Con il termine infiammazione intendiamo una serie di processi che, a livello tessutale, avvengono con uno scopo principalmente protettivo. La caratteristica sempre presente (per lo meno all'inizio del processo) è l'intenso coinvolgimento vascolare con produzione e liberazione di mediatori chimici endogeni. Lo scopo che l'organismo si prefigge è quello di confinare e distruggere l'eventuale agente lesivo e/o riparare e sostituire eventuali parti danneggiate di tessuti.
L'infiammazione acuta
L'infiammazione acuta, caratterizzata da fasi comuni (rubor, calor, dolor tumor, functio lesa) può passare allo stato cronico e spesso l'infiammazione non è dovuta ad agenti chimici o patogeni bensì a sovraccarichi funzionali prolungati nel tempo: tipiche le flogosi dell'epicondilo o della spalla per citarne alcune molto comuni.
In questi casi un movimento/sforzo, costante, ripetuto, mantenuto per settimane-mesi-anni porta le strutture a uno stato infiammatorio acuto prima e cronico poi che ha lo scopo di proteggere la parte in causa. L'eventuale possibile sovrapposizione di tessuto osseo o granulomatoso nella sede è solamente un'autodifesa dell'organismo che noi percepiamo come problema o danno.
Altre volte il "danno" è magari una distruzione della cartilagine articolare che degenera poi in neoformazione ossea che riduce/impedisce i normali movimenti. Quando un’infiammazione e’ in fase acuta la denominiamo con il suffisso -ite ed è caratteristicamente dolente, calda, spesso edematosa; c’e’ intervento di vasodilatazione e passaggio dal sangue ai tessuti di mediatori chimici preposti e cellule del sistema immunitario.
Quando un'infiammazione cronicizza, la definiamo con il suffisso -osi ed è caratteristicamente "fredda", statica, un processo lento dove il sangue fatica ormai a giungere e dove quindi la guarigione è difficile e talvolta non possibile.
I possibili interventi
Nella fase acuta molti sono gli interventi possibili per attenuare e spegnere il processo:
- alimentari
- fisici
- integrativi
- fitoterapici
Tralascio la componente farmacologica poiché preferisco trattare in questa sede metodi alternativi ai classici FAS/FANS che innocui non sono.
Tra gli interventi alimentari assumono primaria importanza la riduzione delle proteine animali e l'incremento di vegetali così come la riduzione di oli vegetali (tutti precursori dell'acido arachidonico, infiammatorio per eccellenza): frutta secca, burro di arachidi, oli di semi ecc...
Tra gli interventi fisici prevalgono il riposo o l'adeguamento dei movimenti, le applicazioni di argilla fredda (non di ghiaccio) e di tutori (fasce, ginocchiere e supporti).
Come supplementi risultano di primaria importanza gli omega tre assunti in dosi importanti (7-10 grammi/die) in quanto dotati di potentissima azione antinfiammatoria.
Altrettanto fondamentale risulta un supplemento a base di curcuma o la pianta fresca stessa (radice) e su questa pianta ci dilunghiamo ora perché merita un'attenzione particolare per i suoi molteplici e provati benefici.
La Curcuma longa
La curcuma longa è una pianta appartenente alla Famiglia delle Zingiberaceae e della quale si utilizza, terapeuticamente parlando, il rizoma. I principi attivi presenti in questa radice sono denominati curcuminoidi: curcumina, demetossicurcumina, bisdemetossicurcumina. Le principali proprietà attribuite a questa pianta sono le seguenti:
- coleretiche
- colagoghe
- detossificanti
- epatoprotettive
- antinfiammatorie
- antiossidanti
- ipolipidemizzanti
- antitumorali
La Curcuma e i suoi effetti suddivisi per gruppi d'azione
Effetti epatobiliari e gastrointestinali
I curcuminoidi hanno spiccata capacità di incrementare il flusso di bile, ma anche di aumentare la secrezione di acidi biliari totali, bilirubina, colesterolo. In tal senso la curcumina risulta essere la molecola attiva con azione di più lunga durata. Calcoli indotti da colesterolo si riducono dell'80% in poche settimane con l'inserimento di curcumina nell'alimentazione del soggetto; e in altrettante poche settimane si registra un calo di trigliceridi e di colesterolo sia nel siero che nel fegato.
Tralasciando per un attimo l'effetto biliare, la somministrazione di curcuma si rivela efficace nell'incrementare la secrezione di mucina a livello gastrico con conseguente effetto protettivo sulle ulcere da stress. Tale azione è provocata dallo stimolo alla riepitelizzazione della mucosa gastrica e dall'ostacolo alla perossidazione lipidica, all'ossidazione proteica e dall'impedimento della depilazione locale di glutatione.
Effetti antiossidanti e antiperossidanti
Gli effetti antiossidanti e antiperossidazione si rivelano importanti su molti organi: a livello epatico la curcuma risulta avere infatti un effetto epatoprotettivo grazie alla curcumina che inibisce la perossidazione lipidica degli epatociti.
L’effetto antiossidante è elevato e misurabile anche sull’occhio dove il cristallino, risulta molto più’ resistente all’opacizzazione da ossidanti ( cataratta) in presenza di curcuma nell’alimentazione, cosi come nella pelle e nei tessuti cerebrali e ciò’ grazie alla capacità dei curcuminoidi di inattivare l’ossigeno singoletto, l’elemento più’ ossidante per i nostri tessuti.
Rimanendo per un attimo a parlare dei tessuti nervosi-cerebrali si è visto che all’origine dell’Alzheimer c’è la formazione di amiloide una sostanza proteica fibrosa; prima di aggregarsi questa sostanza scatenano effetti neurotossici responsabili di infiammazione prima e distruzione poi di neuroni: da qui la demenza. La curcumina riduce l’accumulo di peptidi neurotossici e riduce placche peptiche già presenti.
Proseguendo parliamo della pelle, come accennato poc’anzi; sulle ferite la curcuma dimostra un’accelerata guarigione stimolando la granulazione e la sintesi di collagene. Lo stesso dicasi per ferite muscolari dove da biopsie si è visto un incremento del collagene, dei fibroblasti e della vascolarizzazione della zona ferita.
Azione antinfiammatoria
La curcuma si rivela efficace tanto nelle infiammazioni acute quanto nelle croniche poiché è in grado di ridurre la formazione di citochine pro infiammatorie e di inibire le ciclossigenasi (come i FANS) e le lipossigenasi (come i FAS). A tutto ciò si somma il fatto che inibisce l’aggregazione piastrinica, la formazione di leucotrieni e la risposta dei neutrofili agli stimoli infiammatori. Queste azioni la rendono un antinfiammatorio molto potente e molto considerato in virtù anche dell’assenza di effetti collaterali.
Presa per via orale alla dose di 1200 mg al giorno la Curcuma si è mostrata paragonabile, per azione antinfiammatoria, al fenilbutazone sia nell’artrite reumatoide sia in flogosi post operatorie.
Azioni antitumorali
Nei Paesi dove per cultura si consuma Curcuma quotidianamente, si osservano bassissime percentuali di tumori. Questo è da attribuire a tre azioni mirate a ridurre tre fattori pro- tumore:
- promozione tumorale
- angiogenesi
- crescita tumorale
La Curcumina agisce impedendo l'angiogenesi, che di fatto porterebbero nutrimento al tumore, e sopprimerebbe i fattori di trascrizione tumorali (riproduzione); induce inoltre apoptosi vera e propria in diversi tipi di cellulle tumorali.
Posologia
La dose di curcumina indicata come antinfiammatorio è pari a 400-600 mg tre volte al giorno; c’è pero’ il rischio che la curcumina di per sé passi inalterata nell’intestino ragion per cui ottima è la sua associazione con la bromelina (che peraltro è anch’essa antinfiammatoria). L’assunzione insieme a sostanze lipidiche ne incrementa l’assorbimento (ideale quindi assumerla durante il pasto).
Consigliato spolverare Curcuma o grattugiarne la radice fresca della stessa sulle verdure, al pasto.
Altri fitoterapia possono accompagnare la Curcuma in un intervento a scopo antinfiammatorio e tra questi citiamo per conoscenza l’artiglio del diavolo, la Boswelia, il salice, l’ananas. L’omeopatia, anch’essa prodiga di rimedi innocui, ci offre in primis l’Arnica, pianta antinfiammatoria disponibile in fiale infettive, in pomate e applicazioni.
Un suggerimento? La sola azione topica lascia il tempo che trova; meglio un intervento su tutti i fronti che abbiamo citato al fine di spegnere l’infiammazione prima che cronicizzi e ci impedisca i nostri movimenti e i nostri allenamenti.