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Insufficienze venose e problemi correlati
Insufficienze venose e problemi correlati

Insufficienze venose e problemi correlati

Autore:
Data: 13 March 2017
Tag: patologie

Insufficienze venose e problemi correlati

In questo trattato affronteremo un problema molto diffuso nelle donne, ma che anche negli uomini porta disagi e complicazioni.
Quando si parla di insufficienza venosa si comprendono diversi aspetti:

  • edema degli arti inferiori;
  • ulcere conseguenti ad infiammazione tissutale nelle gambe;
  • emorroidi;
  • vene varicose.

Molto si può fare per ridurre/eliminare la sintomatologia e con essa il problema prima di arrivare forzatamente all'utilizzo di farmaci che oltre a non prendere in considerazione alcuna le cause, portano con sé sempre qualche effetto collaterale foss'anche il solo lavoro epatico/renale per la loro metabolizzazione ed eliminazione.

Cause

Analizziamo prima alcune delle cause dei problemi venosi in generale:

  • familiari (potrebbero non manifestarsi se avessimo cura di applicare determinate regole igienistiche di vita);
  • ormonali;
  • alimentari;
  • da lavoro (cofattore peggiorativo che da solo non basterebbe però al manifestarsi del problema);
  • farmaci;
  • inattività fisica;
  • diabete (riconducibile ancora a cause alimentari);
  • l'insieme delle precedenti cause (la stragrande maggioranza dei casi).

Cosa accade al sistema venoso?

Il sommarsi dei fattori succitati porta a più di una conseguenza e possiamo riassumere cosi il processo: gli errori alimentari, i farmaci e il diabete portano ad un eccesso di sostanze pro infiammatorie (prostaglandine, trombossani, leucotrieni) le quali causano forte flogosi dei tessuti e delle pareti vasali.

La flogosi per definizione porta:

  • rubor (rossore);
  • tumor (gonfiore);
  • dolor (dolore);
  • calor (aumento temperatura della zona e quindi ulteriore vasodilatazione);
  • functio lesa (la parte perde la sua funzionalità ottimale.

L'infiammazione non è una cosa complicata, è semplicemente una risposta naturale del corpo ad un invasore esterno, come tossine, batteri o virus. Il processo di infiammazione è perfetto nel modo in cui protegge il corpo da questi invasori batterici e virali. Se esponiamo frequentemente il corpo ai danni da tossine o alimenti che il corpo umano non è stato progettato per elaborare, si verifica una condizione chiamata infiammazione cronica. L'infiammazione cronica è nociva tanto quanto l'infiammazione acuta è benefica.
Le prostaglandine e le altre molecole proinfiammatorie succitate hanno proprio lo scopo (con l' obiettivo di incrementare l'afflusso di sangue e quindi di globuli bianchi) di difendere la zona, ma in questo caso, il loro eccesso porta con sé i sintomi elencati e anche un eccesso di piastrine le quali portano talvolta alla formazione di coaguli e trombi (molto pericolosi se giungessero, attraverso il flusso sanguigno, al cuore o al cervello: si chiamerebbero infarto e ictus rispettivamente).

Quali sono questi errori alimentari?

  • un eccesso di omega sei (olii e grassi vegetali) pro infiammatori;
  • una carenza di omega tre ( animali o vegetali) antinfiammatori;
  • una continua riduzione del consumo di grassi animali (molto meno dannosi dei carboidrati e delle statine che si assumono con tanta facilità;
  • un eccesso di carboidrati raffinati (quantità e qualità ).

I carboidrati in particolare sono tra i maggiori responsabili della sintomatologia poiché la loro ingestione porta a secrezione di insulina la quale è per eccellenza un ormone infiammatorio in grado di causare rilascio imponente di prostaglandine, trombossani e leucotrieni. In pratica: insulina in eccesso uguale infiammazione vasale.

Su tale argomento si è battuto per anni, e tutt'ora lo fa, il Dott. Dwight Lundell, il quale si concentra su problematiche arteriose le quali però condividono spesso con il sistema venoso sia le cause che gli effetti.
Il Dott Lundell grida a gran voce che le patologie cardiovascolari hanno la loro principale cause nei carboidrati e nell'insulina e assolutamente non nei grassi demonizzati da sempre dai media.
Il Dott. Dwight Lundell avendo eseguito piu di 5000 interventi a cuore aperto può dire con certezza di aver visto sulle pareti vasali un effetto simile a "una striglia per cavalli passata ripetutamente sulle pareti vasali" il che rende molto bene l'idea del grado di infiammazione derivante dai carboidrati e dall' insulina.
La stessa identica cosa accade nei vasi degli arti inferiori.
Conseguenza è l'incremento di permeabilità delle pareti la quale porta al classico edema di gambe, caviglie e piedi.

Un altro fattore da non sottovalutare sia per la gravità delle conseguenze sia per la diffusione nella popolazione femminile è l' impiego di ormoni estroprogestinici (pillola);
Per quanto siano trifasici, ad anello o a basso dosaggio, questi ormoni sono comunque fonte di problemi vascolari visibili o silenti e purtroppo, cosa che non viene mai detta alle ragazze, incrementano di molto il rischio di patologie cardiovascolari proprio perché fonte di problematiche vasali.

Le emorroidi seguono alla stregua le cause delle problematiche vascolari delle gambe, pillola estroprogestinica compresa essendo grossi vasi perianali che, per l' appunto, si infiammano.

Rimedi

La medicina classica ci imporrebbe subito l'assunzione di farmaci ma forse è bene intervenire prima con le adeguate correzioni alimentari e lasciare i farmaci come ultima risorsa.
La Medicina Naturale, insieme alla Fitoterapia, può essere di grande aiuto con supplementi in grado di ridurre la permeabilità vasale e quindi l'edema e di rinforzare le pareti vasali.

Le piante più utili

Pioppo (Populus Nigra gemmoderivato):

combatte gli stati ateromatosi a tendenza trombotica. Agisce sul sistema arterioso della gamba di cui abolisce lo spasmo. Favorisce lo stabilirsi di una circolazione collaterale e combatte i disturbi trofici associati (soprattutto cutanei).

Castagno (Castanea Vesca):

agisce favorevolmente sulla funzione fisiologica dei vasi linfatici.

Mirtillo nero:

grazie all'azione degli antociani contenuti che agiscono contro la vasodilatazione e contro il conglomerarsi delle piastrine. Sono proprio queste sostanze che aiutano a tenere sotto controllo la pressione e a proteggere per intero l'apparato cardiovascolare.
In particolare i mirtilli riescono anche ad abbassare i trigliceridi, grazie alla presenza di pterostilbene, un'antiossidante. Sia quelli neri che quelli rossi hanno delle proprietà antinfiammatorie.

Linfa di Betulla Verucosa, macerato glicemico:

ha molteplici funzioni tra cui quella drenante del sistema linfatico prevenendo accumuli di liquidi nei tessuti. Utile per eliminare la cellulite e gli edemi da insufficienza cardiaca e renale.

Centella (Centella Asiatica):

l'azione terapeutica della centella riguarda principalmente la circolazione sanguigna. La frazione purificata dei triterpeni presenta infatti proprietà eudermiche, stimola la sintesi di collagene ed è indicata come flebotonico negli stati di insufficienza venosa, varici, sindrome post-flebitica e complemento per la terapia della cellulite. Per uso esterno, la centella asiatica viene impiegata nella cura di ulcere e ragadi.

Sorbus domestica macerato glicerico:

la sua azione aumenta il tono venoso e, di conseguenza, riduce la congestione vascolare.

Rusco (Ruscus Aculeatus) estratto secco:

azione fleboprotettiva, questa pianta viene impiegata nella terapia dell'insufficienza venosa, in particolare di quella a carico degli arti inferiori e delle emorroidi. Questa azione è dovuta soprattutto ai saponosidi di cui il rusco è ricco, ma non trascurabile è il ruolo svolto dai flavonoidi.
In particolare i saponosidi paiono in grado di stimolare i recettori adrenergici delle cellule muscolari liscie della parete dei vasi venosi, favorendo così i fenomeni di vasocostrizione e migliorando quindi il tono venoso.

Accorgimenti ulteriori:

Bagni caldi/freddi: docciature alternate con acqua molto calda e molto fredda, l'ultima delle quali con l'acqua fredda al fine di stimolare la reattività delle pareti vasali;

Calze a compressione graduata: facilitano di molto il deflusso del sangue aiutando la muscolatura nel compito di "spremere" i vasi riportando il sangue verso il tronco; indispensabili a chi deve stare fermo in piedi per lunghi periodi ogni giorno. Fondamentale per questo ausilio è che vadano dalla punta del piede alla vita, sconsigliati i capi privi di punta del piede o che si interrompono al ginocchio (gambaletti) o a mezza coscia (autoreggenti).

Ginnastica: fondamentale, bisogna ricordare che il sistema venoso non è dotato di forte muscolatura propria bensì utilizza l'azione dei muscoli adiacenti i quali contraendosi e rilassandosi pompano sangue verso il tronco; le valvole dette a coda di rondine interposte sul percorso della vena impediscono poi al sangue di ridiscendere quando avviene la fase di rilassamento muscolare, si ha cosi un progresso del flusso di ritorno.

Piedi nudi: camminare senza calzature, a lungo, per esempio in palestra su un tapis roulant è fondamentale per riattivare la pompa plantare ormai inattivata dalle suole delle calzature;
La pianta del piede possiede infatti un "circuito" di vasi e capillari che, contraendosi grazie ai movimenti "tacco-pianta-punta" spingono il sangue verso l'alto.

Bibliografia:

The Cure for Heart Disease: Truth Will Save a Nation
Dwight Lundell

Natura Medicatrix
Bruno Brigo

 




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