Uno dei supplementi che sta attirando più interesse in questo periodo è l’ashwagandha. Uno degli adattogeni più forti che abbiamo a disposizione nel nostro arsenale, che può essere un game changer in periodi di forte stress o restrizione calorica. In questo articolo vedremo di cosa si tratta e quali sono i suoi benefici.
Cos’è?
L’ashwagandha (Witamnia somnifera) è una pianta utilizzata nella medicina Ayurvetica: la medicina tradizionale indiana. La sua radice ha un pungente odore di cavallo (in Sanscrito “asva” significa “cavallo” e “gandha” significa odore). Tradizionalmente era conosciuta per la presunta capacità di conferire la forza e il vigore di un cavallo. Normalmente si utilizzano diverse parti della pianta, ma da un punto di vista di supplementazione, si utilizza, per l’appunto, l’estratto della radice.
Benefici
Negli ultimi anni l’Ashwagandha ha ricevuto sempre più attenzione ed è stata oggetto di numerosi studi per via delle sue proprietà ansiolitiche. Gli studi sembrano confermare questo suo effetto generale e in parallelo, essa sembrerebbe ridurre i livelli di cortisolo. Entrambe le proprietà rendono questo supplemento un interessantissimo adattogeno. Sono auspicabili ulteriori ricerche soprattutto per identificare le dosi ottimali proprio circa la riduzione dei livelli di cortisolo.
L’ashdwagandha sembra poi essere in grado di ridurre stati di insonnia, fatica e sintomi di depressione. Per questi tre effetti però non ci sono state ancora sufficienti indagini in letteratura.
Proprio in riferimento ai presunti effetti di vigore per cui era tradizionalmente utilizzata (possibilmente riconducibili ad un miglior recupero nervoso di chi l’assumeva), sembra essere in grado di migliorare la potenza (power output) in soggetti non allenati durante attività aerobica come anche anaerobica.
Ci sono infine pochi studi che sembrano però indicare un miglioramento della pressione, dei livelli della cortisolemia (riduzione dell’LDL e leggero aumento dell’HDL), una riduzione della glicemia (con conseguente miglioramento della sensibilità insulinica) e un aumento dei livelli di testosterone e della conta spermatica nell’uomo.
Assunzione
L’assunzione di Ashwagandha è nell’ordine del 300-500 mg al giorno, assunti assieme ai pasti. Non sembrano esserci effetti collaterali, il che suggerisce che il supplemento possa esser preso anche nel lungo periodo. In effetti in numerosi studi si è visto un continuo miglioramento dei soggetti (riduzione dell’ansia etc..) per un periodo continuativo di 2 mesi. Tuttavia non è chiaro se un’assunzione prolungata possa portare a meccanismi di feedback negativo e ridurne il potenziale d’azione. Anche qui sono auspicabili ulteriori indagini in letteratura.
Conclusioni
L’ashwagandha sembra dunque un supplemento veramente interessante. Sicuramente da non sottovalutare, ma da testare, in combinazione con altri adattogeni come la Rodhiola e la Vitamina C può essere già una buona soluzione. Nei prossimi articoli vedremo nel dettaglio tutto il mondo degli adattogeni per capire come utilizzarli e sfruttarli al meglio.