I flavonoidi sono un gruppo di pigmenti vegetali responsabili in gran parte del colore di molti frutti e fiori. Recenti ricerche suggeriscono che essi possono essere utili nel trattamento e nella prevenzione di molte patologie.
Molte delle azioni terapeutiche di alimenti, succhi, erbe e polline d'api, infatti, sono direttamente legate al contenuto di flavonoidi. Sono stati caratterizzati e classificati, in base alla loro struttura chimica, oltre 4000 composti flavonoidi. Per semplicità, l'argomento è suddiviso in quattro parti: PCO, quercetina, bioflavonoidi di agrumi e polifenoli del tè verde.
PCO
Uno dei gruppi di flavonoidi più benefici è rappresentato dalle proantocianidine (detto anche procianidine). Questi flavonoidi apportano diversi benefici alla salute. Le più potenti proantocianidine sono quelle legate ad altre proantocianidine.
Prese colletivamente, le miscele di dimetri, trimeri, tetrameri e molecole più grandi di proantocianidine sono dette oligomeri procianidolici, o PCO per brevità. Sebbene i PCO esistano in molte piante e nel vino rosso, le fonti disponibili in commercio di queste sostanze comprendono i vinaccioli e la corteccia del pino marittimo.
Quercetina
La quercetina è un flavonoide che agisce da spina dorsale per molti altri flavonoidi, tra i quali quelli di agrumi, rutina, quercetrina ed esperidina.
Questo derivati differiscono dalla quercetina perchè hanno molecole di zucchero legate alla struttura della quercetina. Sulla base di studi sperimentali, la quercetina è nettamente il flavonoide più attivo e molte piante medicinali devono gran parte della loro attività all'elevato contenuto di questa sostanza.
Bioflavonoidi da agrumi
I bioflavonoidi di agrumi comprendono rutina, esperidina, quercetrina e naringina.
La maggior parte delle ricerche cliniche sulla rutina e sui complessi bioflavonoidi grezzi è stata realizzata prima del 1970; da allora le ricerche cliniche hanno fatto uso di una miscela standardizzata di rutinosidi nota come idrossietilrutosidi (HER); il suo utilizzo ha permesso di ottenere notevoli risultati clinici nel trattamento della permeabilità capillare, della tendenza alle ecchimosi, delle emorroidi e delle vene varicose.
I bioflavonoidi di agrumi danno luogo ad effetti simili (ma probabilmente non altrettanto potenti) a quelli prodotti dagli idrossietilrutosidi e dalla quercetina.
Polifenoli del tè verde
Sia il tè verde sia il tè nero sono derivati dalla stessa pianta, la Camellia sinensis. Il tè verde si produce esponendo leggermente al vapore le foglie tagliate di fresco, mentre per produrre il tè nero le foglie sono lasciate ossidare. Durante l'ossidazione, gli enzimi presenti nel tè convertono molti polifenoli in possesso di una marcata azione terapeutica in composti assai meno attivi. Nel casodel tè verde, l'ossidazione non può aver luogo poichè il processo di esposizione al vapore disattiva questi enzimi. Il termine polifenolo denota la presenza di un anello fenolico nella struttura chimica. I principali polifenoli del tè verde sono flavonoidi (catechina, epicatechina, gallato di epicatechina, gallato di epigallocatechina e proantocianidine). Si ritiene che il gallato di epigallocatechina sia il componente più attivo.
Fonti alimentari
Tra le buone fonti di flavonoidi ci sono agrumi, bacche, cipolle, prezzemolo, legumi, tè verde e vino rosso (vedi tabella).
L'apporto medio giornaliero negli Stati Uniti è compreso tra 150 e 200mg.
Contenuto di flavonoidi di alcuni alimenti |
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Alimenti | 4-oxo-flavonoidi |
Antocianine | Catechine | Biflavani |
Frutta | ||||
Albicocche | 10-18 | 25 | ||
Amarene | 45 | 25 | ||
Arance | 50-100 | |||
Biancospino | 200-800 | |||
Ciliegie | 6-7 | 15 | ||
Fragole | 20-100 | 15-35 | 30-40 | |
Lamponi neri | 300-400 | |||
Lamponi rossi | 30-35 | |||
Mele | 3-6 | 1-2 | 20-75 | 50-90 |
Mirtilli | 130-250 | 10-20 | ||
Mirtilli rossi | 5 | 60-200 | 20 | 100 |
Pere | 1-5 | |||
Pesche | 1-12 | 10-20 | 90-120 | |
Pomodori | 85-130 | |||
Pompelmo | 50 | |||
Prugne gialle | 2-10 | |||
Succo d'arancia | 20-40 | |||
Succo di mele | 15 | |||
Succo di pompelmo | 20 | |||
Succo di uva sultanina | 75-100 | |||
Susine | 10-25 | 200 | ||
Uva rossa | 65-140 | 5-30 | 50 | |
Uva sultanina, nera | 20-400 | 130-400 | 15 | 50 |
Verdura | ||||
Cavolo rosso | 25 | |||
Cipolle | 100-2000 | 0-25 | ||
Prezzemolo | 1400 | |||
Rabarbaro | 200 | |||
Vari | ||||
Fagioli secchi | 10-1000 | |||
Salvia | 1000-1500 | |||
Tè | 5-50 | 10-500 | 100-200 | |
Vino rosso | 2-4 | 50-120 | 100-150 | 100-250 |
Contenuto di flavonoidi di alcuni alimenti
4-oxo-flavonoidi: somma di flavanoni, flavoni e flavanoli (quercetina inclusa). Le catechine comprendono le proantocianine. I valori sono espressi in mg su 100g di alimento. Fonte: J. Kuhnau, The Flavonoids: A Class of Semi-essential Food Components: Their role in Human Nutrition. World Review of Nutrition and Diet 24, 117-91, 1976
Segni e sintomi di carenza
I flavonoidi (come anche la vitamina C) furono scoperti ds Albert Szent-Gyorgyi (1893-1986), uno dei più autorevoli biochimici del XX secolo, che ricevette il premio Nobel nel 1937 per la scoperta di alcune proprietà della vitamina C e degli stessi flavonoidi.
Fu nel corso dell'isolamento della vitamina C che Szent-Gyorgyi scoprì i flavonoidi. Un amico affetto da gengive sanguinanti vide l'emorragia interrompersi dopo l'assunzione di un preparato di vitamina C grezza estratta dal limone.
Quando il disturbo riapparve, Szent-Gyorgyi somministrò all'amico una forma più pura di vitamina C: si aspettava di osservare effetti ancora più notevoli, ma questi non si produssero. Szent-Gyorgyi isolò allora la frazione flavonoide del preparato grezzo originale di vitamina C, la somministrò all'amico e poté osservare la sua completa guarigione.
Szent-Gyorgyi definì quella da lui scoperta "vitamina P" a causa della sua capacità di ridurre la permeabilità vascolare, uno dei tratti caratteristici dello scorbuto. Il biochimico mostrò in seguito che i sintomi clinici dello scorbuto derivano dal deficit combinato di vitamina C e flavonoidi.
Tuttavia, poiché questi ultimi non potevano soddisfare tutte le richieste necessarie per essere definiti vitamina, la designazione "vitamina P" fu abbandonata. Sebbene i flavonoidi siano spesso definiti nutrienti "semiessenziali", sembra che siano importanti per la nutrizione umana quanto le vitamine e i minerali.
Effetti benefici dei flavonoidi
Come classe di composti, i flavonoidi sono stati definiti "modificatori della risposta biologica della natura" grazie alla loro capacità di modificare la reazione dell'organismo ad altri composti, come allergeni, virus e carcinogeni.
Ciò è evidenziato dalle loro proprietà antinfiammatorie, antiallergiche, antivirali e anticarcinogeniche. I flavonoidi agiscono inoltre da potente antiossidante tramite una significativa protezione contro il danno ossidativo e da radicali liberi. L'aspetto pratico di questa attività antiossidante è sottolineato dai risultati di uno studio su 805 uomini per determinare l'effetto di flavonoidi dietetici nella protezione delle cardiopatie.
I risultati dello studio dimostrano l'esistenza di una correlazione inversa tra apporto di flavonoidi e morte provocata da arresto cardiaco. Ovvero, quando l'apporto di flavonoidi è elevato, il rischio di attacco cardiaco è basso; viceversa, se l'apporto di flavonoidi è basso, il rischio di attacco cardiaco è piuttosto alto (1).
Questo effetto è probabilmente il risultato della potente azione antiossidante dei flavonoidi, la quale previene la formazione di colesterolo ossidato: un effetto antiossidante simile a quello delle vitamine C ed E. L'azione antiossidante dei flavonoidi, tuttavia, è in genere maggiore e si estende su un più ampio spettro di attività, rispetto a quella dei nutrienti antiossidanti come la vitamina C ed E, il selenio e lo zinco (2,3).
Come si vedrà, diversi flavonoidi tendono ad apportare differenti benefici, anche se vi è una significativa sovrapposizione tra di essi.
Note
1. Hertog MG, et al., Dietary antioxidant flavonoids and risk of coronary heart disease: The Zutphen Elderly Study. Lancet 342, 1007-1011, 1993.
2. Havsteen B, Flavonoids, a class of natural products of high pharmacological potency. Biochem Pharmacol 32, 1141-1148, 1983.
3. Middleton E, The flavanoids. Trends Pharmaceut Sci 5, 335-338, 1984.