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La tiroide: il motore del metabolismo, conosciamola e rispettiamola
La tiroide: il motore del metabolismo, conosciamola e rispettiamola

La tiroide: il motore del metabolismo, conosciamola e rispettiamola

Data: 20 October 2015

Visto il grande successo del mio recente articolo sul "Metabolic damage", disturbo che silenziosamente ha danneggiato e affligge tuttora molte donne atlete in particolare, riprendo a parlare di problematiche metaboliche, cercando di rendere queste argomentazioni complesse, il più digeribili possibile e di utile riflessione per tutti.

FISIOLOGIA 101

La Tiroide é una ghiandola che si trova alla base del collo, insieme ad altre quattro ghaindoline chiamate "Paratiroidi", senza le quali non é possibile vivere, a differenza della tiroide, che può essere asportata chirurgicamente e la persona puó vivere tranquillamente con un metabolismo funzionante grazie ad una terapia sostitutiva. 

 

"Questa potente ghiandola deve essere considerata il motore principale del nostro metabolismo."

 

Degli ormoni prodotti dalla tiroide, i due principali sono tiroxina, abbreviata in T4, e triiodotironina o T3.

La funzione della tiroide è regolata “direttamente” dal sistema endocrino e “indirettamente” dal sistema nervoso. Infatti, l’ipotalamo secerne il TRH che stimola l’ipofisi a produrre TSH, elemento di base nella valutazione nelle analisi del sangue, per indagare lo stato di salute/attività di base della tiroide. Il TSH, a sua volta, promuove la produzione di T4 e T3 da parte della tiroide.

A regolare la funzione della tiroide, come per altri sistemi endocrini, troviamo un meccanismo di feedback lungo e uno corto.

Il primo fa in modo che, aumentando la concentrazione nel sangue di T4 e T3, l’ipofisi diminuisca la secrezione di TSH e, in parte minore, l’ipotalamo quella di TRH. Il feedback corto consiste in una diminuzione del rilascio di TRH quando l’ipotalamo in qualità di "termostato", rileva concentrazioni elevate di TSH nel sangue. 

Ghiandola tiroidea

Ghiandola tiroidea

Le molecole degli ormoni prodotti dalla tiroide hanno la caratteristica di contenere iodio, che viene assunto con determinati alimenti e con l’acqua.

Una volta entrato nell’organismo, lo iodio è assorbito nell’intestino e arriva nel sangue in una forma chimica definita ioduro.

Le cellule della tiroide prendono lo iodio dal sangue e lo riversano nella ghiandola con meccanismi specifici che hanno, come risultato, quello di creare una concentrazione dell’elemento molto più alta nella tiroide rispetto al sangue.

Questi processi sono sotto il controllo del potente TSH: se si riducono le riserve di iodio nell’organo esso aumenta, incrementando l’acquisizione dello iodio dal sangue.

All’interno della ghiandola lo iodio viene trasformato nella sua forma attiva con una reazione definita di ossidazione, sviluppata da un enzima denominato perossidasi.

 Ogni giorno sono prodotti 70-90 mcg di T4 e 15-30 mcg di T3.

Quest’ultima, in particolare, solo in parte è secreta come tale dalla tiroide, mentre l’80% di quella presente nel sangue deriva da molecole di T4 che perdono una componente di iodio nei tessuti dove sviluppano i loro effetti. E’ grazie a questo meccanismo che, somministrando tiroxina a scopo terapeutico, si normalizzino le concentrazioni nel sangue sia di T4 che di T3. T3 e T4 sviluppano i loro effetti su gran parte delle cellule dell’organismo. Quella che ha una maggiore attività biologica è la T3 e la T4 è considerata una specie di precursore della T3, quindi in qualche modo la seconda è una riserva della prima. 

Che cosa fanno gli ormoni tiroidei?

L'attività potente di questi ormoni (in particolare della T3) viene pure dimostrato dalla loro implicazione in numerosi processi fisiologici del metabolismo organico:

  • Primo fra tutti (e da qui tutto si ramifica) il mantenimento dell’equilibrio (o omeostasi) del metabolismo, vale a dire regolazione dei processi che forniscono all’organismo energia necessaria per svolgere le sue funzioni. In particolare, gli ormoni tiroidei aumentano le attività metaboliche di base e quindi influenzano il consumo di energia anche a riposo.
  • In base a come sono utilizzati grassi e zuccheri e alla produzione di proteine, si modificano componenti delle cellule come i mitocondri, aumenta la disponibilità di molecole che servono a produrre e immagazzinare energia e si deve adeguare l’apporto di ossigeno (infatti per questo motivo la stimolazione dei tessuti da parte di T3 e T4 può avere, come esito, l’aumento della frequenza del respiro). Gli ormoni tiroidei agiscono sull’omeostasi glucidica attraverso la loro azione su una varietà di organi, incrementano la secrezione di glucosio epatica, incrementano il ciclo futile dei prodotti di degradazione del glucosio tra i muscoli ed il fegato, diminuiscono l’accumulo di glicogeno nel fegato e nel muscolo, alterano il metabolismo ossidativo e non ossidativo del glucosio, decrementano la secrezione insulinica del pancreas, incrementano la clearence insulinica renale.  Gli ormoni tiroidei agiscono anche  sulle adipochine e il tessuto adiposo, inoltre predispongono  i pazienti alla chetosi.
  • Hanno capacità di aumentare la sintesi proteica ed hanno pertanto un effetto trofico sul muscolo; tuttavia se sintetizzati in eccesso possono diventare estremamente catabolici!
  • Essi aumentano il flusso del sangue nei tessuti e la frequenza e l’ampiezza delle contrazioni del cuore. Tutto questo fa sì che più sangue esca dal cuore nell’unità di tempo (gittata cardiaca).
  • Persino funzioni dell’apparato gastrointestinale sono stimolate da T3 e T4, prima fra tutti la contrazione delle pareti dell’intestino che fa progredire i contenuti nel lume. Il risultato di questo meccanismo può essere un’aumentata frequenza dell’evacuazioni delle feci, fino a una vera e propria diarrea.
  • T3 e T4 influiscono su sviluppo e funzioni del sistema nervoso centrale, sia in fase di crescita, che nell’adulto e la forza di contrazione dei muscoli risente dei loro effetti.

Gli ormoni tiroidei e del TSH lavorando su un circuito di retroazione ben coordinato

Gli ormoni tiroidei e del TSH lavorando su un circuito di retroazione ben coordinato

Tiroide e dieta

Fino ad ora mi sembrava doveroso dare un'idea di fisiologia di base sulla tiroide e le sue attività, prima di addentrarci nel succo del discorso nutrizionale.

Si é detto che produzione degli ormoni tiroidei e la conversione stessa della T4 in T3, é direttamente influenzato dai micronutrienti e dal livello calorico. Non a caso, già all'università si diceva che "il metabolismo brucia al fuoco dei carboidrati". Nozione quanto mai sempre attuale, che tante persone dovrebbero ricordare nei loro regimi alimentari carbofobici!

Quindi potremmo dire che i carboidrati e le proteine hanno effetto stimolante per la tiroide, mentre i grassi non hanno nessuna attività di supporto alla produzione degli ormoni o della conversione della T4 in T3. Fondamentale tenere presente che regimi estremamente ipocalorici, peggio ancora se protratti nel tempo (non necessita molto) sono devastanti per il metabolismo.

Come scrissi ampiamente nel mio precedente articolo, troppe volte succede che in particolare atlete donne (ma anche i maschietti) si sottopongono a regimi a dir poco estremi, privi di carboidrati per troppo tempo, con livelli calorici assurdamente bassi, e ahimè per settimane, si trovano poi con sistemi metabolici in stallo, dove diventa poi difficile uscirne.

Accade che si tenderà a tagliare (a volte mi domando dove e come?) ulteriormente fonti di macros, aumentare gli allenamenti, credendo che l'attività cardiovascolare aiuti a sblocca, oppure si metterà in ulteriore caos il sistema endocrino con integratori o farmaci termogenici, oppure abusando degli stessi ormoni tiroidei sintetici, andando a condire un quadro difficilissimo da smontare, con il risultato di non poter introdurre davvero poi qualche carboidrato in più, che gli effetti saranno deleteri e frustranti. Purtroppo ho visto numerosissime donne in queste condizioni.

Di base, quando ci si sottopone a regimi a basso tenore di carboidrati, si dovrebbe mantenere un apporto proteico elevato come tutela ai muscoli ed al metabolismo stesso, ed evitare di scendere a livelli calorici troppo bassi, senza escludere giorni di ricarica/refeed dalla salutare importanza. Questi giorni mirati ad alto introito di carboidrati o a volte pure l'introduzione di pasti ad alta densità calorica (tempo fa andava molto di moda sfruttare pasti a base di junk food, ovvero i "cheat meals") saranno il carburante che alimenterà la fiammata del metabolismo prima o quando tenderà ad affievolirsi. Spesso succede che saranno quei giorni di carica calorica a dare svolte, e non ulteriori tagli alla dieta.

L'organismo in questi casi diventa particolarmente resistente, si posiziona in una sorta di allarme carestia e tende a conservare quello che ha.

Fattori che influenzano i segnali alla tiroide

Non sono solo i macronutrienti ad influenzare i livelli di attività tiroidea, ma stress, depressione, bassi livelli di testosterone, bassi livelli di ormone della crescita, diabete, obesità, diete "violente" anche del passato, dolore cronico, alti livelli di proteina C reattiva, TNF-alfa, Interleuchina 1 e 6 (tutte queste proteine hanno a che fare con lo stato infiammatorio). Per cui ovvio che ridurre o eliminare questi problemi si tradurrà in una migliore "performance" della attività della tiroide, anche quando apparentemente i livelli ematici sono in range.

TSH alto: fattore correlato all'obesità

Il TSH di per sé non é un ormone tiroideo, é quell'ormone che dice alla tiroide di sintetizzare ormoni tiroidei. E quando la tiroide é attiva efficientemente, la produzione di TSH sarà moderata, mentre se non sarà particolarmente attiva " responder", i livelli di TSH aumenteranno come compensazione. Non sarebbe nulla di che se T3 e T4 funzionassero a dovere, ma spesso capita che la loro attività e conversione sia alterata. Alti livelli di TSH segnala alle cellule di cambiare espressione di geni multipli, di cambiare la loro funzione in direzione di disordini metabolici e obesità, quindi assoluta difficoltà per la persona di dimagrire ed avere un corretto metabolismo.

Rimedi dalla natura

Se il quadro metabolico non é eccessivamente o patologicamente compromesso e non necessita di cure farmacologiche sostitutive, esistono rimedi naturali di supporto alla tiroide molto interessanti e di efficace utilizzo. Ne elencherò una serie di quelli che ritengo possano avere una reale efficacia di supporto alla tiroide per usciere da queste situazioni di attività compromessa. Prossimamente andrò più sullo specifico del loro campo di applicazione.

- Lo Iodio: come ho già introdotto inizialmente, è il microelemento essenziale fisiologicamente presente nell’organismo; è concentrato soprattutto nella tiroide che lo utilizza per produrre i due ormoni, tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), coinvolti nella regolazione del metabolismo corporeo. La fonte principale di iodio è data dall’alimentazione; i livelli di iodio sono quindi legati alla ricchezza di questo elemento negli alimenti assunti con la dieta. I livelli di iodio devono sempre essere sufficienti a garantire la corretta funzionalità della tiroide. Gli stati carenziali che si possono verificare per motivi legati allo stile di vita e all’alimentazione, che possono comportare un malfunzionamento della tiroide che a sua volta si ripercuote sul metabolismo corporeo.

Lo Iodio è concentrato soprattutto nella tiroide che lo utilizza per produrre i due ormoni, tiroxina (T4) e triiodotironina (T3)

Pesce, fonte di iodio

- L’Ashwagandha: è una interessante erba adattogena che ha suscitato non poco il mio interesse, “un riequilibratore” o meglio modulatore endocrino, usata da tantissimo tempo nella medicina cinese e in quella ayurvedica per problematiche tiroidee e surrenali. La ricerca clinica su ashwagandha per la salute della tiroide continua a generare risultati promettenti e la sua supplementazione è stata osservata per upregulate funzione tiroidea nei casi di ipotiroidismo, e diminuisce in caso di ipertiroidismo, quindi utile in ambo le problematiche.

L’Ashwagandha: è una interessante erba adattogena che ha suscitato non poco il mio interesse, “un riequilibratore” o meglio modulatore endocrino

Ashwagandha

- Selenio: questo oligoelemento ha molti benefici effetti per la salute e in particolare una funzione di rilievo nella produzione degli ormoni tiroidei: in pratica è un componente indispensabile del sistema di enzimi che converte la T4 in T3 e una sua carenza può provocare una ridotta di produzione di quest’ultima.
Inoltre, da studi effettuati in paesi con bassi livelli di selenio nel suolo, è emerso come questo elemento abbia un ruolo chiave nel migliorare la capacità di difesa ossidativa di tutto l’organismo, e specificamente della tiroide.

- Vitamine gruppo B: in particolare la tiamina e della cianocobalamina (B12) son quelle che possono avere una influenza positiva sull’equilibrio ormonale.

 

 La Bromelina, avranno una effetto di deciso contrasto all’infiammazione intestinale e/o sistemica, che coinvolge spesso la tiroide.

Ananas, fonte di bromelina

 

- Probiotici ed enzimi proteolitici come la Bromelina, avranno una effetto di deciso contrasto all’infiammazione intestinale e/o sistemica, che coinvolge spesso la tiroide.

Qualora non vi sia la necessità di introdurre una terapia sostitutiva, tutti questi integratori trovano un positivo campo di applicazione e una sua reale efficacia di supporto al ripristino della salute tiroidea, ovviamente da coadiuvare ad una sana e corretta alimentazione che possa far riaccendere il corretto funzionamento della attività tiroidea, il che non vuol dire assolutamente... drasticismo e privazione.

Sperando di avere trasmesso in maniera semplice e diretta un po’ di nozioni, vedremo di continuare ad approfondire questi argomenti che spesso sono affrontati troppo banalmente dalle riviste o che necessitano di un bagaglio culturale a volte non accessibile a tutti, ma che fa parte di problematiche sempre più comuni.




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