La piramide alimentare è un tentativo di sintetizzare in una sola immagine la frequenza con la quale i diversi alimenti dovrebbero ricorrere nelle abitudini alimentari, sia nel corso del breve periodo (una giornata) che nel corso del medio periodo (una settimana).
Essa è rivolta a tutti gli individui di età compresa tra i 18 e i 65 anni, tiene conto dell'evoluzione dei tempi e della società, evidenziando l'importanza basilare dell'attività fisica, della convivialità a tavola e dell'abitudine di bere acqua e suggerendo di privilegiare il consumo di prodotti locali su base stagionale.
Iniziando dalla base della piramide si trovano gli alimenti di origine vegetale che sono caratteristici della “dieta mediterranea” per la loro abbondanza in nutrienti non energetici (vitamine, sali minerali, acqua) e di composti protettivi (fibra). Salendo da un piano all'altro si trovano gli alimenti a maggiore densità energetica e pertanto da consumare in minore quantità, al fine di ridurre il sovrappeso e prevenire l'obesità e le patologie metaboliche.
Gli alimenti light
Ultimamente sono stati introdotti sul mercato i cosiddetti alimenti light che riducono soprattutto i grassi, gli zuccheri semplici e il colesterolo. Le versioni alimentari light più diffuse riguardano il latte e lo yogurt, i formaggi, il burro, e le bevande (dalla birra analcolica alla versione alleggerita di alcune bevande dissetanti). è evidente che la diminuzione dell'apporto energetico ottenuta con l'uso di tali alimenti può essere egualmente raggiunta riducendo le porzioni degli alimenti non modificati.
Vanno anche ricordati i cosiddetti alimenti funzionali che, come denominatore comune, promettono di perseguire effetti addizionali positivi sullo stato di salute e sulla prevenzione di alcune malattie cronico-degenerative collegate all’alimentazione. Essi sono i probiotici (microrganismi viventi che possono modulare l’attività della flora batterica intestinale e potenziare di riflesso le difese immunitarie) e i prebiotici (sostanze di origine alimentare non digeribili che possono favorire lo sviluppo di una flora intestinale più adeguata).
La piramide del movimento
L'attenzione verso la necessità di favorire una costante attività fisica nella popolazione e combattere così i danni provocati dalla sedentarietà, ha fatto sì che, tra diversi specialisti di scienza dell'alimentazione ed esperti di malattie dismetaboliche, nascesse l'esigenza di ideare anche una piramide del movimento.
Piramide alimentare per la popolazione adulta (18-65 anni)
I principi alimentari
Le proteine
Le proteine sono localizzate soprattutto nei muscoli (actina e miosina) e nelle ossa e sono costituite da unità elementari, gli aminoacidi; hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel funzionamento di tutti gli organi e tessuti. Gli aminoacidi sono una ventina, di cui alcuni non indispensabili - poiché l'organismo stesso è in grado di sintetizzarli - ed altri, invece, essenziali - in quanto debbono assolutamente essere apportati dall'alimentazione.
Aminoacidi non essenziali |
Aminoacidi essenziali |
Arginina Alanina Asparagina Acido aspartico Acido glutammico Cisteina Glicina Prolina Serina Tirosina |
Leucina
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Le proteine hanno funzioni complesse, le principali sono:
- formazione e rigenerazione di nuovi tessuti
- sintesi di aminoacidi
- energetica
- equilibrio acido-base dell’organismo
- regolazione degli enzimi
- funzione endocrina
- funzione immunitaria
- trasporto di substrati
- controllo dell’espressione genica
Gli aminoacidi sono interessati nella regolazione sia della sintesi che della distruzione delle proteine e, singolarmente o in combinazione tra di loro, regolano numerose altre funzioni.
L’assunzione giornaliera raccomandata di proteine è di circa 1 g/Kg di peso corporeo.
Contenuto proteico (g/100 g di prodotto) di alcuni tra i più comuni alimenti animali e vegetali |
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Alimento |
g/100 g di prodotto |
Caciocavallo Polpo Noci fresche Pappa reale Mais Pane tipo rosetta Pane tipo 00 Biscotti integrali Pane integrale Cioccolato al latte Riso brillato Biscotti secchi Cornflakes Piselli secchi Asparagi di bosco Funghi porcini Cocco fresco Fichi secchi Latte parzialmente scremato Yogurt scremato Spinaci freschi Cavolfiore Asparagi di terra Broccoletti di rapa Castagne fresche Funghi coltivati pleurotes Patate Bieta Zucchine Banane Pomodori con insalata Fichi secchi Peperoni Miele |
37,7 10,6 36,9 10,5 33,5 10,0 32,0 9,2 29,0 9,0 28,1 8,6 27,7 7,8 27,2 7,5 25,2 7,3 25,0 6,7 24,5 6,6 24,0 6,6 23,4 5,5 23,3 4,6 22,0 3,9 21,8 3,5 21,5 3,5 21,3 3,5 21,0 3,4 20,9 3,4 20,8 3,2 20,7 3,0 20,7 2,9 20,6 2,9 20,0 2,2 18,0 2,1 16,5 1,3 13,0 1,3 12,6 1,2 12,4 1,2 12,2 0,9 11,9 0,9 11,5 0,6 10,9 |
L'apporto proteico deve essere di qualità - valutata in base al valore biologico - tale da assicurare un apporto sufficiente degli aminoacidi essenziali. A tale fine, è importante tenere presente il valore biologico dei diversi alimenti.
Tipo alimento |
Valore biologico |
Uova Latte vaccino Formaggi Carni e pesci Lievito Cereali + Carni o Pesci Legumi + Cereali Medio Soia Semi oleosi + Legumi Legumi Cereali Ortaggi |
Molto elevato Elevato Elevato Elevato Elevato Elevato Medio - Elevato Medio Medio Medio Medio - Scarso Minimo |
Riguardo al fabbisogno proteico è opportuno rammentare che, nonostante quanto si afferma nelle palestre, non è vero che gli sportivi o chi svolge attività manuale hanno bisogno di particolari supporti proteici. L’aliquota proteica non deve essere aumentata oltre 1,8 - 2 g di proteine al giorno per Kg di peso, neppure da chi pratica sport di potenza, come l'atletica pesante.
La stessa considerazione vale anche per gli integratori proteici quali la creatina e la carnitina. La tendenza ad aumentare l'aliquota proteica è piuttosto diffusa tra chi assume ormoni anabolizzanti. Gli ormoni, aumentando artificialmente l’aspetto anabolico, provocano il bisogno di disporre di una maggior quota di proteine da destinare allo sviluppo della massa muscolare. Inoltre, dal momento che l’assunzione degli ormoni anabolizzanti è spesso negata dai soggetti interessati, la dieta iperproteica diventa una sorta di giustificazione dell’ipertrofia muscolare.
I carboidrati
Denominati anche glucidi, hanno la funzione principale di produrre energia (circa 4 kcal/g) e provengono tutti dal mondo vegetale, eccetto il lattosio. Essi si suddividono in monosaccaridi (ad esempio glucosio e fruttosio), disaccaridi (ad esempio maltosio, lattosio e saccarosio) e polisaccaridi (gli amidi, il glicogeno e la fibra). I primi due sono anche considerati zuccheri semplici, mentre i polisaccaridi sono detti anche zuccheri complessi. La percentuale di glucidi nei principali alimenti è riassunta di seguito.
Contenuto di glucidi in alcuni alimenti (g/100 g di prodotto) |
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Alimento |
g/100 g di prodotto |
Zucchero raffinato Pesche, nespole Miele e datteri Fragole, melone Pasta di semola Latte Uva passa Noci secche Marmellata Grana, ricotta Fichi secchi Yogurt Pane bianco Fagioli secchi Cioccolato al latte Cavolfiore, bieta, pomodori, spinaci Pane integrale Cozze, gamberi Patate crude Formaggio tenero (caciotta), caciocavallo Uva Burro Mele, ananas, prugne Carne, pesce, grassi ed oli Ciliege, pere Uova Fegato bovino |
100 6 80 5 79 5 72 5 59 4 58 4 58 3,5 50 3 48 3 18 2 16 1 10 0 9 0 6 |
Nella dieta, la quantità dei glucidi (per l’80% polisaccaridi) deve rappresentare il 55-65% della quota energetica totale giornaliera.
I lipidi
Denominati anche acidi grassi, hanno la caratteristica di produrre molta energia (circa 9 kcal/g), anche se nel mondo occidentale e specialmente nei paesi mediterranei, tale funzione viene soddisfatta soprattutto attraverso i carboidrati. Un eccesso di lipidi può provocare danni alla salute, come obesità, diabete, infarto ed altre malattie cardiovascolari. La quantità assunta va riferita alle reali necessità energetiche legate all’attività fisica svolta e, quindi, può valere in parte anche per i carboidrati.
E' evidente che in attività sportive molto dispendiose quali, ad esempio, gli sport di lunga durata, l’apporto di lipidi è invece importante in quanto consente di assumere un volume di cibo minore e di impegnare limitatamente i processi digestivi.
I lipidi sono presenti sia negli alimenti di origine vegetale che in quelli di origine animale. La loro quota complessiva rispetto al totale delle calorie giornaliere assunte è del 25-30%. Generalmente, i lipidi di origine vegetale sono più ricchi di acidi grassi insaturi considerati protettivi per la salute, mentre quelli di origine animale, cosiddetti saturi, vengono considerati potenzialmente nocivi.
Alcune ricerche scientifiche sottolineano il ruolo protettivo per la salute di una particolare categoria di lipidi, gli omega 3 che, non essendo sintetizzati dall’organismo, debbono essere assunti attraverso l’alimentazione. In particolare, sembrerebbe che il loro ruolo di protezione sia soprattutto riferibile al sistema cardio-vascolare e al sistema immunitario.
I minerali
Detti anche oligoelementi o, più impropriamente, sali minerali. La loro funzione è molteplice e, se per alcuni è nota e misurabile, per altri, essendo la quantità necessaria all’organismo piuttosto bassa, è di difficile verifica. L'importanza dei minerali è stata evidenziata nel corso del tempo attraverso i danni procurati nell'organismo dalla loro carenza o mancanza.
L’organismo umano non li assimila in forma semplice, bensì solo dopo averli trasformati in sali o in altre forme combinate e solubili. Può tuttavia accadere che il soggetto, per un alterato assorbimento a livello intestinale, non riesca a trasformarli in molecole biologicamente attive, oppure che l’organismo tenda ad eliminarli in eccesso andando così incontro ad una carenza.
La principale fonte di rifornimento dei minerali è l’acqua che li contiene in quantità ed in combinazioni molto variabili a seconda della sua origine.
I minerali sono contenuti, sempre in combinazioni variabili, anche nei cibi di origine sia vegetale che animale.
La loro assimilazione può essere in parte compromessa nei casi di diete eccessivamente ricche di cereali integrali, legumi, ortaggi, vino, caffè, bevande nervine come cioccolata, tè e altre. Analogamente, l’uso indiscriminato e squilibrato di integratori che apportino quote non equilibrate dei diversi minerali pregiudica l’assorbimento di alcuni a vantaggio di altri.
Come regola generale, per ottimizzarne l’assunzione, i diversi alimenti dovrebbero essere mangiati di stagione e freschi, meglio se di produzione biologica. La cottura svolge un ruolo importante, ad esempio le verdure andrebbero cotte al vapore o in poca acqua per un tempo il più limitato possibile e poi consumate in tempi brevi.
I minerali vengono distinti in macrominerali (sodio, cloro, potassio, calcio, fosforo, magnesio e zolfo) e micro-oligominerali che, a loro volta, si distinguono in essenziali (ferro, iodio, rame, zinco, fluoro, selenio, manganese, litio, molibdeno, nichel, silicio, cobalto, cromo) e non ancora riconosciuti come essenziali (bario, bromo, boro, arsenico, stagno, stronzio, vanadio).
Il tipo di attività fisica e l’ambiente climatico nel quale essa si svolge determinano una maggiore o minore sudorazione e, conseguentemente, una maggiore o minore esigenza di reintegrare due macrominerali, il sodio e il cloro.
Le funzioni svolte dai minerali
- Contribuiscono a mantenere l’equilibrio acido-base (il cloro, il fosforo e lo zolfo favoriscono l’instaurarsi di un ambiente acido mentre calcio, magnesio e potassio contribuiscono a determinare un ambiente alcalino)
- Regolano le complesse attività enzimatiche dell’organismo
- Contribuiscono alla costituzione degli ormoni (ad esempio lo iodio per gli ormoni tiroidei), degli enzimi e delle vitamine (ad esempio il cobalto per la vitamina B12)
- Aiutano a mantenere l’equilibrio idrico
- Regolano le funzioni neuro-muscolari
- Concorrono all’accrescimento, al ricambio e al mantenimento dei tessuti e delle strutture corporee
Proprio per la loro influenza sulle reazioni enzimatiche coinvolte nei processi di produzione dell’energia alcuni minerali debbono essere adeguatamente assunti nella dieta giornaliera che va pertanto regolata di conseguenza. Solo nei casi in cui ciò non avvenga è opportuno ricorrere all’integrazione.
I minerali ritenuti “più importanti” nel regime nutrizionale di chi pratica con continuità attività fisica e sportiva sono: il sodio, il cloro e il potassio, necessari per un corretto bilancio idrico, per l’equilibrio acido-base e per il mantenimento della pressione osmotica dei liquidi corporei.
Per coloro che praticano attività fisica e sportiva per un tempo protratto e in condizioni ambientali tali da provocare un’abbondante sudorazione l’apporto di cloruro di sodio (il sale che assicura un apporto bilanciato tra cloro e sodio) può essere incrementato fino a 6-8 grammi al giorno, rispetto agli 1-2 grammi necessari comunemente per un soggetto sedentario e in una condizione ambientale che non determina un’intensa sudorazione.
Contenuto in sodio negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
Na |
Agnello (cosciotto) Latte vaccino intero Arachidi tostate Lardo Barbabietole (radici) Lenticchie secche Burro non salato Maiale lonza magra Cacao Mais in scatola Carote Manzo lombata magra Cavolfiore Melanzane Cavolo rapa Melone Cetrioli Merluzzo Cipolle Noci Ciliege Olio di oliva Cime di rapa Pane bianco Cioccolato Patate Cocomero Patate fritte Coniglio Piselli secchi Datteri secchi Prosciutto crudo Fagioli secchi Prugne secche Fegato (manzo) Sgombro Fichi secchi Spinaci Fiocchi d'avena Vino (valori medi) Frumento (farina integrale) Zucchine Gelato Yogurt |
78 55 3 2 84 36 7 70 60 236 50 65 16 3 10 12 5 86 10 4 2 1 15 540 15 3 1 550 67 38 1 59 2 8 81 144 34 62 2 4-7 2 1 80 62 |
Quanto al potassio la tabella che segue ne indica il contenuto in alcuni cibi.
Contenuto in potassio negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
mg |
Elevato: |
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Fagioli secchi Castagne secche Datteri secchi Pagello Arachidi tostate Prezzemolo Sarda Noci secche |
1445 738 1160 750 1010 690 980 680 979 670 827 630 780 603 730 |
Medio: |
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Patate Sgombro Spinaci Farina di frumento integrale Bresaola Albicocche fresche Nocciole secche Tonno sott'olio Trota Zucchine Castagne fresche Pomodori Carciofi Cocomero Banane Mandarini |
570 360 530 337 505 320 466 301 465 264 395 290 376 280 350 210 |
Basso: |
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Caciotta toscana Pere Mozzarella di vacca Mele senza buccia Limoni Formaggio emmenthal Uova di gallina (intere) Pane bianco (rosetta) Farina di mais Parmigiano Cipolle |
145 127 145 125 140 107 133 103 130 102 130 |
Il calcio, concentrato nei denti e nelle ossa, svolge una importante funzione plastica e concorre nel mantenimento dell’equilibrio acido-base, nella coagulazione del sangue, nella trasmissione dell’impulso nervoso, nella regolazione della pressione arteriosa, nell’attivazione degli ormoni e degli enzimi digestivi, nonché nella contrazione e nel rilassamento delle cellule muscolari. L’attività fisica intensa, la gravidanza, l’allattamento, l’accrescimento ma anche la prolungata immobilizzazione, le fratture e la dieta iperproteica, fanno aumentare le perdite giornaliere e quindi il fabbisogno di calcio.
Il suo metabolismo è fortemente influenzato dall’assunzione del fosforo per cui l’apporto e le eventuali esigenze di integrazione dei due minerali vanno spesso considerati congiuntamente. L’assorbimento del calcio è anche favorito da un adeguato apporto di magnesio e delle vitamine A e D.
Il fabbisogno raccomandato di calcio è di circa 1 grammo al giorno e può essere aumentato della metà nei casi specificati sopra.
Contenuto di calcio negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
mg |
Parmigiano Noci fresche Pecorino Latte scremato Caciocavallo Latte parz. scremato Provolone Latte intero Stracchino Carciofi Scamorza Cornflakes Gorgonzola Fette biscottate Feta Uovo intero Ricotta di vacca Cavolfiore Cioccolato al latte Riso Nocciole secche Pasta di semola Alici fresche Pasta all'uovo Ceci secchi Biscotti secchi Fagioli secchi Pizza bianca Agretti Pane |
1159 131 900 125 860 120 720 119 567 86 512 74 401 55 360 48 295 44 262 24 150 22 148 22 142 22 135 22 131 20 |
Il fosforo è presente nelle ossa e nei denti (in combinazione con il calcio), nei muscoli (sotto forma di composto energetico), nel cervello (sotto forma di fosfolipidi) e, in concentrazioni minori, in altre parti del corpo. Il suo assorbimento è favorito se l’apporto è abbinato a quello del calcio.
Prospettando presunti effetti sui processi energetici, già diversi anni fa sono stati posti in commercio integratori a base di fosfato di sodio che, nelle verifiche sperimentali, si sono invece dimostrati privi di qualsiasi effetto.
Occorre tenere presente che il fosforo contenuto nei vegetali, poiché spesso combinato con l’acido fitico, è meno biodisponibile di quello contenuto nelle carni e nel pesce, che l’intestino riesce ad assorbire quasi per i tre quarti. Inoltre, un sufficiente apporto di vitamina D e di calcio ne favorisce l’assorbimento.
L’assunzione del fosforo è ostacolata dall’abuso di alcol, dall’eccesso di calcio e magnesio e da un’eccessiva assunzione di spinaci, crusca e rabarbaro. Il fabbisogni giornaliero di fosforo è di circa 1 grammo al giorno.
Contenuto di fosforo negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
mg |
Crusca di frumento Emmenthal Grana Parmigiano Caciocavallo Fagioli secchi Farro Ceci secchi Lievito di birra Salame Milano Fior di latte Fegato di bovino Gamberi Cervello di bovino Noci secche Arachidi tostate Dentice Sgombro Tonno fresco Prosciutto crudo di Parma Noci fresche Cavallo Biscotti per l'infanzia Riso integrale Coniglio Trota Pollo (petto) Uovo intero |
1200 700 692 678 590 450 420 415 394 356 355 350 348 330 300 283 264 264 264 261 238 231 225 221 220 220 210 210 207 200 200 200 200 194 189 189 189 180 168 164 160 142 105 97 94 93 90 81 70 67 63 28 25 |
Magnesio
Il magnesio è quasi esclusivamente distribuito in diversi liquidi intracellulari (specialmente nei muscoli, nel cervello, nel fegato, nei reni e nei testicoli) e in misura minima in quelli extracellulari per cui la sua misurazione nel sangue è poco rappresentativa della reale disponibilità nell’organismo. Pur essendo la quantità corporea totale molto contenuta (meno di 30 grammi), esso riveste diversi ruoli fondamentali nel metabolismo cellulare, comprese le cellule muscolari. Si è recentemente ipotizzato che la carenza di magnesio possa essere associata alla cosiddetta “sindrome da fatica cronica” che si manifesta con astenia generale, debolezza muscolare, crampi ed irritabilità.
Va anche sottolineata l’importanza del magnesio non soltanto nelle attività sportive di tipo aerobico ma anche negli sport di potenza e, quindi, in alcune discipline tipiche della palestra che, se intense e prolungate, possono indurre una variazione rilevante della sua concentrazione plasmatica.
Il magnesio è contenuto in molti alimenti, sia di origine vegetale che animale per cui è rara l’eventualità di un apporto carente. Va però detto che l’intestino riesce mediamente ad assorbire solo 1/3 del magnesio ingerito mentre elimina il resto attraverso le feci. Il fabbisogno giornaliero minimo di magnesio è di 0,2 grammi mentre un apporto di 0,5 grammi è sufficiente a compensare il consumo di una normale attività motoria e sportiva. Se l'attività fisica è molto intensa e occupa due o più ore al giorno è opportuno, per non andare incontro ad una carenza di questo minerale, seguire una dieta equilibrata e proporzionalmente più calorica.
Contenuto di magnesio negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
mg |
Crusca di frumento Spinaci crudi Mandorle secche, dolci Bieta bollita Arachidi tostate Pasta di semola Fagioli secchi Cioccolato al latte Pistacchi Parmigiano Farina integrale* Patate crude Noci pecan Pollo (petto) Noci secche Seppia Farina di frumento Prosciutto crudo Mais Bovino adulto (filetto) Riso integrale* Riso brillato Cioccolato fondente Maiale (bistecca) Grana Pane comune Pasta integrale* Pomodori Pane integrale* Pesche senza buccia |
550 60 264 52 175 51 170 50 158 43 147 32 131 32 121 32 120 26 120 20 106 20 91 17 63 15 60 10 60 9 |
Ferro
Il ferro è il minerale più abbondante nell’organismo e gioca un ruolo determinante nelle molecole di emoglobina e mioglobina (rispettivamente deputate al trasporto e all’assorbimento muscolare dell’ossigeno), nei citocromi e in molti enzimi. Nel sangue è veicolato da una molecola, la transferrina, e depositato, sotto forma di riserve, nel fegato, nella milza e nel midollo osseo. Il metabolismo del ferro richiede la compresenza di altre molecole come la vitamina B12, il calcio, il fosforo e l’acido folico.
L’assunzione del ferro, specialmente per le donne, deve essere costante ma non in eccesso perchè un eccessivo apporto di ferro potrebbe risultare tossico. Di contro, soprattutto nei praticanti sportivi che seguono una dieta strettamente vegetariana, può insorgere uno stato di carenza e, quindi, di anemia. Occorre, però, interpretare in modo corretto i risultati delle analisi di laboratorio che dovessero indicare uno stato di anemia. Infatti, specialmente nei praticanti sportivi delle discipline aerobiche o che comunque si basano su uno sforzo prolungato (anche se misto tra attività aerobica ed attività anaerobica) spesso si assiste alla cosiddetta “pseudoanemia da emodiluizione” che è, al contrario di ciò che comunemente si pensa, un adattamento cardiocircolatorio estremamente positivo: un consistente aumento del liquido ematico circolante che migliora la fluidità di scorrimento e i processi di raffreddamento durante lo sforzo.
Un eccessivo allarmismo circa il rischio di anemia è stato alimentato da parte di medici che miravano a giustificare pratiche doping pericolose (come, ad esempio, l’emotrasfusione) o da parte dei produttori interessati a porre in commercio “specifici” farmaci ed integratori.
Se lo stile alimentare è corretto e, quindi, tale da assicurare un sufficiente apporto di ferro e se il soggetto non presenta condizioni patologiche tali da determinarne una continua perdita, l’eventuale carenza di ferro potrebbe essere il sintomo di un eccesso di attività fisica e sportiva rispetto alle reali capacità di recupero del soggetto. Chi, per interesse commerciale o per personale convinzione, dovesse invece suggerire che l’integrazione di ferro – magari fatta per via endovenosa – sia il modo migliore per consentire al soggetto di continuare ad allenarsi alla stessa intensità e per la stessa durata, porrebbe lo stesso in una condizione di rischio. Infatti l’integrazione di ferro coprirebbe in modo sussidiario ed instabile l’eccesso di carico che, se non interrotto, finirebbe per causare al soggetto altri effetti negativi.
Una corretta diagnosi deve distinguere tra tre possibili stati di carenza:
- Anemia prelatente, caratterizzata dalla riduzione della ferritina sierica al di sotto di 12-20 μ/l e contemporaneo aumento della transferrina sierica oltre 360 mg/dl.
- Anemia latente, riconoscibile da una combinazione di fattori: emoglobina (Hb) e volume corpuscolare (MCV) ai limiti inferiori della norma, sideremia al di sotto di 50-60 μ/dl.
- Anemia manifesta, emoglobina ed ematocrito al di sotto dei limiti inferiori alla norma.
Il ferro più facilmente assimilabile è contenuto in abbondanza nelle carni e nei pesci, mentre quello presente nei vegetali e nelle uova è meno facilmente assorbibile. La vitamina C (acido ascorbico) e, più in generale, gli alimenti acidificanti migliorano l’assorbimento del ferro.
Il fabbisogno giornaliero di ferro è di circa 10 milligrammi per i maschi e quasi il doppio per le femmine non ancora in menopausa.
Contenuto di ferro negli alimenti (mg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
mg |
Bovino (milza) Salsiccia secca Suino (fegato) Bovino (trippa) Corvina Cavallo Germe di grano Alici Fagioli borlotti secchi crudi Bresaola Bovino (fegato) Vitello (filetto) Lenticchie secche Polpo Radicchio verde Uovo intero Ceci secchi crudi Bovino (lombata) Rana Prosciutto crudo Cozze Dentice Fiocche d'avena Pollo (sovracoscia) Rughetta Merluzzo Cioccolata fondente Latte |
42,0 4,3 18,0 4,0 14,4 3,9 10,0 2,8 9,0 2,4 8,0 2,3 8,0 1,5 7,8 1,5 6,4 1,4 6,0 1,3 5,8 1,2 5,2 0,8 5,2 0,7 5,0 0,1 |
Cromo
Il cromo è un oligoelemento di cui sono solo parzialmente note le influenze sul metabolismo e, quindi, il rapporto con lo stato di salute. La funzione di potenziamento dell’azione dell’insulina sembra sufficientemente accertata e determina un intervento sul metabolismo dei carboidrati, dei lipidi e delle proteine.
Anche la sua capacità di ridurre la colesterolemia totale e della frazione LDL a fronte di un aumento della frazione HDL appare probabile.
In campo sportivo è stata ipotizzata da qualche ricercatore la capacità di potenziare la prestazione sportiva di lunga durata grazie all’ottimizzazione dell’utilizzo del glicogeno, all’aumento della massa magra e alla parallela diminuzione dei depositi di adipe. Tutto ciò grazie anche ad un incremento della secrezione dell’ormone della crescita. Tuttavia altre ricerche hanno smentito tutte queste ipotesi per cui le proprietà attribuibili al cromo risultano tutt’altro che chiarite.
In attesa che ulteriori ricerche forniscano dati certi sul ruolo del cromo, si può ritenere che una modesta integrazione sia probabilmente inutile benché innocua, mentre la somministrazione prolungata e ad elevati dosaggi può essere pericolosa ed anche favorire, nel tempo, la comparsa del diabete.
L’intero organismo contiene meno di 6 milligrammi di cromo: ciò spiega la difficoltà a comprenderne la funzione ma anche la cautela nel somministrarlo sotto forma di integrazione dell’alimentazione.
Il cromo è contenuto, prevalentemente, nel lievito di birra, nei funghi, nelle susine, nelle nocciole, negli asparagi, nel vino, nella birra e nel grano integrale. Il suo assorbimento è favorito dalla contemporanea assunzione di vitamina C.
è molto incerta la definizione del fabbisogno giornaliero che la Società Italiana di Nutrizione Umana fissa nell’intervallo 50-200 μg al giorno.
Iodio
Lo iodio è concentrato nella ghiandola tiroide che regola molti processi metabolici. L’organismo umano contiene circa 10-20 milligrammi di iodio. Considerata la piccola quantità necessaria e la facilità del suo assorbimento, la normale dieta ne copre abbondantemente il fabbisogno. I pesci e il sale marino sono gli alimenti con maggior contenuto di iodio e sono sufficienti 150 grammi di pesce per coprire il fabbisogno giornaliero.
Il Ministero della Salute ha disposto che al sale da cucina venga aggiunta una maggiore quantità di iodio al fine di favorire l'apporto tra la popolazione, dal momento che il consumo pro capite di pesce è piuttosto scarso.
Un’assunzione in eccesso di iodio – quale quella causata da specifici farmaci o integratori – può provocare effetti tossici e deprimere l’attività ghiandolare. Anche l’assunzione, a scopo dimagrante, degli ormoni tiroidei, può provocare danni gravi alla salute.
Contenuto di iodio negli alimenti (μg/100 g di prodotto) |
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Alimento |
μg |
Cefalo Sogliola Platessa Broccoli Gamberetti Carote Merluzzo Fegato (maiale, manzo) Sgombro Spinaci Tonno Latte |
330 17 190 15 130 15 120 14 75 12 50 11 |
Zinco
Lo zinco è un microminerale contenuto in piccola quantità (circa 2 grammi) nell’organismo umano. Localizzato soprattutto nel tessuto muscolare e nelle ossa, svolge un numero straordinariamente elevato di importanti funzioni. è importante per il funzionamento di alcuni enzimi. Dal punto di vista motorio e sportivo è utile notare che lo zinco interviene nella lattico deidrogenasi (che regola l’eliminazione dell’anidride carbonica), favorisce il metabolismo aerobico e stimola la secrezione dell’ormone della crescita. Partecipa inoltre nella regolazione dei processi immunitari anche influenzando la produzione dei linfociti. Svolge una funzione protettiva nei confronti della pelle e del liquido prostatico. Ha una funzione antiossidante.
Il suo assorbimento nell’intestino è parziale ma è favorito dalla vitamina A, mentre l’assunzione di alcol, caffè, alimenti vegetali integrali, ne ostacola l’assorbimento. Nelle donne, l’assimilazione dal cibo è anche ostacolata dall’assunzione di contraccettivi. Anche gli antibiotici riducono l’assorbimento intestinale dello zinco.
L’assunzione in eccesso e protratta di zinco (più di 50 milligrammi al giorno), d’altro canto, riduce l’assorbimento intestinale del ferro, con il rischio, quindi, di favorire l’insorgenza di uno stato di anemia; provoca inoltre un abbassamento del colesterolo HDL rischiando, in questo modo, di vanificare l’effetto benefico dell’attività fisica. Per questa serie di ragioni, è consigliabile che l’assunzione di zinco resti al di sotto dei 15 milligrammi per gli adulti e dei 10 milligrammi per i preadolescenti. I vegetariani possono essere considerati soggetti a rischio di assunzione insufficiente poiché lo zinco contenuto nei vegetali è poco assorbibile e poichè la dieta vegetariana si associa spesso al consumo di prodotti integrali.
Finora i risultati delle ricerche in campo sportivo sono stati molto contrastanti per cui non è stata dimostrata l’esigenza, nei praticanti, di aumentare l’assunzione dello zinco.
Le vitamine
Le vitamine sono sostanze organiche che, benché indispensabili, non sono sintetizzate dall'organismo umano: devono pertanto essere assunte con la dieta. Le vitamine presentano strutture chimiche molto diverse tra loro e, fino ad oggi, ne sono state riconosciute 13, ognuna con un ruolo proprio, ma complessivamente fondamentali nella bioregolazione cellulare.
Esse vengono distinte in due gruppi principali: liposolubili (A, D, E, K) e idrosolubili (C e vitamine del gruppo B). In generale, le vitamine liposolubili sono maggiormente contenute nella carne e negli oli, mentre quelle idrosolubili sono presenti soprattutto nella frutta e nei vegetali.
Un’alimentazione corretta ed equilibrata è in grado di garantire il fabbisogno di vitamine a patto che i cibi assunti siano di buona qualità. La concentrazione delle vitamine, infatti, diminuisce nella frutta e nella verdura coltivate in terreni molto sfruttati e negli animali allevati con alimenti di bassa qualità. La concentrazione delle vitamine è maggiore nei cibi freschi, ben conservati, cotti adeguatamente, consumati subito dopo la cottura. Una cottura eccessivamente prolungata e ottenuta a temperatura troppo alta provoca la distruzione soprattutto delle vitamine idrosolubili. è sempre preferibile scegliere verdura e frutta di stagione poiché normalmente contengono una maggior quantità di vitamine. Quando possibile, è preferibile mangiare la verdura cruda o, in alternativa, cotta a vapore o con una ridotta quantità di acqua.
Vitamine liposolubili e idrosolubili |
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Vitamine |
Carne, pesce e uova |
Latte e derivati |
Cereali |
Frutta e verdura |
Condimenti grassi |
Liposolubili |
A, D | A, D | b-carotene, K | A, D, E | |
Idrosolubili |
B1, B2, PP, B5, B6, B12 | B1, B2, B5, B6, B8, B12 | B1, PP, B5, B6, B8, B12 | B9, C |
E' importante osservare che l’organismo è in grado di immagazzinare soltanto le vitamine A (nel fegato), D (nei muscoli e nel tessuto adiposo), E (nel fegato, nei muscoli e nel tessuto adiposo) e B12 (nel fegato); tutte le altre vitamine devono essere introdotte giornalmente con gli alimenti. è però altrettanto rilevante considerare che le vitamine liposolubili, se assunte in eccesso e per un tempo prolungato, accumulandosi nei tessuti adiposi, diventano potenzialmente tossiche.
Per le vitamine idrosolubili è minore, ma comunque sussiste, il rischio di accumulo nel caso di assunzione in eccesso, tramite il cibo o attraverso integratori.
VITAMINE IDROSOLUBILI
Vitamina B1, o tiamina, appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili ed è rapidamente distrutta dall’esposizione e all'ossigeno e al calore. L’assunzione eccessiva e prolungata di alcol e farmaci, di sostanze nervine (ad esempio caffè, tè e cioccolata), di citrati e carbonati e di pesce crudo può ridurne l’assorbimento. La carenza di vitamina B1 si manifesta con alterazioni a livello del sistema nervoso, cardiovascolare e gastroenterico fino a sconfinare nella patologia cosiddetta “beri-beri”.
La vitamina B1 è presente soprattutto nei prodotti di origine animale, nei cereali integrali, nei legumi, nelle noci, nelle nocciole e nel lievito di birra.
Il fabbisogno è di circa 1 milligrammo giornaliero da aumentare nei praticanti sportivi fino ad un massimo del 50% (raggiungendo il dosaggio di 1,5 milligrammi), in proporzione alla durata e all’intensità dell’attività fisica svolta.
Vitamina B2, o riboflavina, è sensibile e quindi degradabile alla luce. Questa vitamina partecipa al metabolismo energetico con un ruolo diretto nella produzione di ATP, composto energetico primario dell’attività muscolare.
La vitamina B2 è presente nel fegato e nel lievito di birra, oltreché nelle carni e nei pesci in genere, nelle uova, nel latte, nelle farine integrali e nei vegetali a foglie verdi. L’assunzione di questa vitamina non incontra particolari impedimenti in quanto è presente in buone quantità in numerosi alimenti.
Il fabbisogno giornaliero è compreso tra 1 e 2 milligrammi, in proporzione all’introito calorico.
Vitamina B3, o acido nicotinico, o vitamina PP è una vitamina stabile al calore e alla luce. è sintetizzata a partire dall’aminoacido triptofano. Partecipa nei processi di produzione dell’energia. La carenza di questa vitamina è generalmente correlata con la carenza di triptofano e provoca disturbi intestinali e delle mucose. Nei casi più gravi induce la patologia cosiddetta “pellagra” che può provocare la demenza. La vitamina B3 è presente nella maggior parte degli alimenti di origine animale e vegetale per cui è altamente improbabile che il fabbisogno giornaliero, pari a circa 15 milligrammi, non sia già soddisfatto dagli alimenti.
Vitamina B5, o acido pantotenico è sensibile alla luce e al calore; inoltre l’assunzione massiccia di alcol, tabacco, estrogeni e caffeina ne ostacola l’assimilazione. Agisce nel metabolismo energetico dei glucidi, degli aminoacidi, degli acidi grassi e dei composti steroidei e, pertanto, partecipa alla formazione di ormoni e neurotrasmettitori.
Quasi tutti gli alimenti di origine vegetale ed animale contengono la vitamina B5 per cui è pressoché escludibile la possibilità che si vada incontro ad una carenza.
Vitamina B6, o piridossina, è sensibile alla luce e al calore. Interviene nel metabolismo degli aminoacidi, dei glucidi, dei lipidi, dell’emoglobina, del sistema nervoso e cardiovascolare, oltre che nei processi immunitari.
Si trova negli alimenti di origine animale e vegetale per cui il fabbisogno giornaliero, che è di 1-1,5 milligrammi, è facilmente coperto attraverso la normale alimentazione.
Vitamina B8, o biotina o vitamina H, è sensibile all’ossigeno e ai raggi ultravioletti. Viene considerata un importante fattore di crescita nelle fasi dello sviluppo e ricopre diversi ruoli nel metabolismo dei glucidi, dei lipidi e delle proteine.
Essa è contenuta negli alimenti di origine animale e vegetale e, in questi ultimi, in particolar modo, nel fegato, nei funghi, nei fagioli e nelle lenticchie. Diminuiscono il suo assorbimento l’albume dell’uovo, il tabacco e alcuni farmaci come gli antibiotici e i sulfamidici. Inoltre l’eventuale carenza del magnesio limita la sua assimilazione.
La carenza di questa vitamina è rara e si manifesta con spossatezza, alterazioni della cute e degli annessi cutanei. Il fabbisogno giornaliero è di circa 15 μg ma deve essere incrementato anche di 6-7 volte in presenza di alterazioni della flora batterica intestinale.
Vitamina B9, o acido folico, è sensibile alla luce e al calore. è essenziale per il funzionamento dei globuli rossi, interviene nel metabolismo degli aminoacidi e, più in generale, nella sintesi delle proteine e per diverse ragioni è importante durante la vita intrauterina. Il suo assorbimento è ostacolato dal tabacco, dall’alcol e da diversi farmaci.
La vitamina B9 è contenuta prevalentemente nel fegato, nelle verdure a foglia verde, nei fagioli e nelle lenticchie, nei cereali, nei formaggi, nelle uova e nei prodotti ortofrutticoli in genere.
Il fabbisogno giornaliero è di 200 μg per entrambi i sessi e raddoppia nelle donne in gravidanza.
Vitamina B12, o cobalamina, è sensibile all’ossigeno e ai raggi ultravioletti, ma è resistente al calore. Interviene diffusamente nel metabolismo cellulare, ha un ruolo importante nel sistema nervoso, stimola i processi immunitari e contribuisce, unitamente all’acido folico, alla formazione dei globuli rossi.
La vitamina B12 è presente in quasi tutti gli alimenti di origine animale mentre è totalmente assente in quelli di origine vegetale.
L’assorbimento è ostacolato dal tabacco, dall’alcol e dall’eccesso di fibre. Le carenze sono rare e riguardano solo le diete vegetariane più strette e prolungate.
In questi casi si altera il sistema emopoietico, subentrano astenia, anoressia, neuropatie, irritabilità, depressione, lesioni della cute e delle mucose.
Il fabbisogno giornaliero è di circa 2 μg per entrambi i sessi.
Vitamina C, o acido ascorbico, è sensibile a diversi agenti quando si trova allo stadio liquido, mentre allo stato solido deve essere posta al riparo della luce e dell’umidità. L’assorbimento è ostacolato dal tabacco, dall’alcol, da diverse tipologie di farmaci ed inquinanti atmosferici.
è una vitamina estremamente importante in quanto svolge un ruolo significativo in molteplici funzioni: è fondamentale per l’azione antiossidante e antiradicalica, è importante nella sintesi e nel metabolismo del collagene, rafforza il sistema immunitario, favorisce l’assorbimento del ferro, concorre alla sintesi della carnitina, interviene nel metabolismo dell’acido folico, previene la formazione di nitrosamine (sostanze cancerogene) derivanti da alcuni conservanti, partecipa alla sintesi delle prostaglandine, delle catecolamine e degli ormoni corticoidi, protegge denti e gengive.
L’acido ascorbico è molto diffuso in natura, soprattutto nella frutta acidula ma anche in molti altri tipi di frutta e in numerosi vegetali (cavoli, broccoli, insalate) e nelle patate. Il fabbisogno giornaliero di 60 mg (doppio per i fumatori e per gli alcolisti) è facilmente raggiungibile attraverso l’alimentazione. Per questa ragione sono molto rari i casi di carenza di acido ascorbico che, invece, si possono manifestare con maggiore frequenza tra i fumatori e tra gli alcolisti ma anche tra coloro che non consumano vegetali e frutta.
La carenza di acido ascorbico provoca numerosi effetti collaterali, tra i quali vanno segnalati: stanchezza, nervosismo, inappetenza, insonnia, depressione, sanguinamenti capillari, maggiore possibilità di contrarre infezioni.
Occorre sottolineare che il miglior assorbimento di acido ascorbico si ottiene attraverso i bassi dosaggi contenuti negli alimenti mentre diminuisce notevolmente nel caso di assunzioni esogene ad alta concentrazione. Per questa ragione sono sconsigliate, salvo alcuni dei casi di carenza sopra indicati, le assunzioni mediante integratori alimentari.
VITAMINE LIPOSOLUBILI
Vitamina A: possiede azione coenzimatica e agisce in particolare a livello degli epiteli e della vista, stimola le risposte immunitarie, ha azione antiossidante e contribuisce a realizzare il normale accrescimento.
è presente nell’olio di fegato di pesce e, più in generale, nel fegato, nella carne, nel pesce, nelle uova, nei latticini, nella verdura (soprattutto carote e spinaci) e nella frutta. La combinazione con la vitamina E ne favorisce la protezione, ad esempio rispetto alla perdita verificabile nei processi di cottura.
La vitamina A viene prodotta da due altre sostanze – retinolo e betacarotene – che, una volta ingerite, vengono convertite in vitamina A. Per tale ragione il fabbisogno di vitamina A può essere espresso in termini di retinolo equivalente, RE. Per l'uomo, la quantità consigliata di vitamina A da assumere quotidianamente è di 700 RE/giorno, per la donna è pari a 600 RE/giorno.
Durante la gravidanza tale fabbisogno aumenta di circa 350 RE/giorno.
La carenza di vitamina A è molto rara nei paesi industrializzati anche se i fumatori e gli alcolisti ne assorbono di meno e perciò debbono provvedere ad una maggior assunzione. Analogamente, l’assorbimento è minore nel caso di patologie gastroenteriche o epatiche o nel caso di assunzione a dosaggi elevati di alcuni farmaci.
Un iperdosaggio – soprattutto della vitamina A sotto forma di retinolo –, come quello che si verifica assumendo specifici integratori alimentari, provoca manifestazioni tossiche con conseguenze a livello cutaneo e comportamentale (apatia, sonnolenza e perdita dell’appetito).
Vitamina D: esistono varie sostanze comprese in questa voce, tutte dotate di azione antirachitica. L’attivazione/produzione dipende dall’esposizione della pelle ai raggi del sole che sostanzialmente ne assicura il fabbisogno. Essa è contenuta soprattutto nel pesce, nel tuorlo d'uovo, nei latticini. L’abuso di alcol e l’elevato dosaggio di alcuni farmaci ne riducono l’assorbimento e l’attivazione/produzione.
Deficit di vitamina D provocano astenia, maggiore rischio di infezioni, irritabilità, inappetenza e, negli anziani, maggiore fragilità ossea.
Un eccesso di vitamina D può provocare, oltre a sintomi analoghi a quelli determinati dalla sua carenza, anche perdita di peso, stitichezza, dolori alle articolazioni, cefalea, danni renali e calcificazioni nelle pareti dei vasi, nel cuore o nei polmoni.
Il fabbisogno giornaliero è di 0-15 μg, sia per gli uomini che per le donne. Lo zero sta a significare l’ampia capacità dell’organismo di sintetizzare la vitamina D, anche in presenza di una scarsissima assunzione, grazie all’esposizione alla luce.
Vitamina E: è una denominazione che indica una serie di sostanze. Ha un ruolo antiossidante, favorisce lo sviluppo e l’integrità dei tessuti, concorre al funzionamento del sistema immunitario e nella formazione dei globuli rossi, contrasta l’aggregazione piastrinica e l’emolisi.
Le principali fonti di vitamina E sono i semi e i vegetali, gli oli di semi e i frutti oleosi. Alcol, fumo ed alcuni farmaci ne possono ridurre l’assorbimento. La presenza di vitamina C ne favorisce invece l’assorbimento.
Il fabbisogno giornaliero è pari a circa 8 milligrammi.
I sintomi di carenza sono molto rari mentre l’iperassunzione provoca debolezza generale e stato di affaticamento.
Vitamina K: svolge un ruolo importantissimo nel processo di coagulazione del sangue e nella formazione dello scheletro.
Le fonti alimentari principali da cui attingere vitamina K sono gli ortaggi freschi a foglia verde (in particolare crauti, cavoli e spinaci), la carne e le uova. Essa è anche sintetizzata dalla flora batterica intestinale e, per questa ragione, la carenza è assai rara e si verifica proprio nel caso di lunghi trattamenti con antibiotici associati a scarsi apporti alimentari.
Il fabbisogno giornaliero è indicato in 50-70 μg.
- Commissione per la Vigilanza ed il controllo sul Doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, Dott. S. Donati
- Reparto di Famacodipendenza,Tossicodipendenza e Doping Dipartimento del Farmaco - Istituto Superiore di Sanità, R. Pacifici, S. Pichini, I. Palmi, L. Mastrobattista, C. Mortali, P. Zuccaro