Con il termine GDA, o glucose disposal agent, ci si riferisce ad alcune sostanze in grado di migliorare il profilo glicemico e insulinico in risposta ad un ingresso importante di glucosio nel circolo ematico e un migliore utilizzo dunque del glucosio da parte di organi e cellule a livello periferico.
Questo genere di integratori sta prendendo piede nel mondo del fitness, ma non è qui che sono nati, come molti altri integratori (i primi che mi vengono in mente sono BCAA e Glutammina) sono stati studiati inizialmente a lungo in ambito clinico, in questo caso nel trattamento del diabete e della sindrome metabolica, e poi sono stati riproposti nell'ambito del fitness. Cerchiamo di conoscerli meglio e capire le migliori modalità di assunzione!
Come accennavo, i GDA sono nati come sostanze alternative o complementari all'utilizzo dei classici farmaci per il trattamento del diabete, con lo scopo di migliorare il profilo glicemico, la risposta insulinica e l'uptake di glucosio nei compartimenti attivi dell'organismo, in modo da prevenire o ridurre l'utilizzo dei farmaci veri propri (dai cosiddetti ipoglicemizzanti orali che includono insulino secretagoghi, insulino sensibilizzanti, incretine e inibitori del GLP-1 alla vera e propria insulina) che possono presentare effetti collaterali considerevoli (ipoglicemia severa, acidosi lattica, danni epatici, deficit neurologici, disturbi digestivi e mal di testa, vertigini).
Si tratta di erbe che agiscono, analogamente ai farmaci, a vari livelli del metabolismo del glucosio.
In Fig.1 abbiamo una rappresentazione visiva immediata dei vari siti di azione dei farmaci e di alcune tra le erbe studiate in questo ambito e questo spiega perché un GDA può contenere vari mix di esse.
Fig.1 (tratta da [1]) Siti di azione di farmaci antidiabetici della medicina tradizionale e di alcune erbe ipoglicemizzanti a lungo studiate dalla medicina cinese.
Vediamo dunque che l'azione ipoglicemizzante di erbe quali ginseng, bitter melon, aloe e biophtyum sensitivum si esplica incrementando la secrezione di insulina da parte del pancreas, sempre ginseng, bitter melon e in aggiunta la cannella aumentano l'uptake di glucosio da parte dei tessuti periferici (sia a livello muscolare che adiposo), myrcia e sanzhi sono in grado di ridurre l'assorbimento di glucosio a livello intestinale mentre berberina e fenurgreek leaves inibiscono la produzione di glucosio da parte degli epatociti. Vi sono diverse altre erbe, non prese in considerazione in questo schema, che sono oggetto di studio e hanno dimostrato una più o meno efficace azione ipoglicemizzante, tra cui ad esempio aloe, gymnema silvestre, artemisia scoparia, coccinia indica ecc.
Tra tutte queste erbe quella che ha ottenuto evidenze veramente molto forti all'interno dei vari studi è la berberina, la cui efficacia è stata paragonata al ben noto farmaco ipoglicemizzante orale metformina. Tra i vari studi a riguardo citiamo in particolare lo studio [16] che ha confrontato i valori di emoglobina glicosilata, glicemia e insulina a digiuno e post prandiale, trigliceridi e colesterolo totale e frazione HDL e LDL in soggetti con diabete di tipo II e trattati con metformina o berberina per 13 settimane, i risultati in Fig2 sono piuttosto eclatanti.
Fig2. Tratta da [16] Confronto tra pazienti con diabete di tipo II trattati con metformina o berberina per 13 settimane.
La berberina è un alcaloide vegetale comunemente presente in diverse piante, quali Berberis vulgaris, Coptis chinensis, Berberis aristata. È stata già ampiamente studiata soprattutto dalla medicina cinese, ma oramai ha suscitato notevole interesse ed è oggetto di studio da parte della medicina occidentale, e le vengono riconosciute diverse funzioni tra cui attivita` antimicrobica, ipoglicemizzante e ipolipemizzante, antitumorale e immunomodulatoria e anche un effetto benefico sull'apparato cardiovascolare. In particolare, per quanto riguarda gli effetti ricercati all'interno di un GDA ‘fitness oriented', è stato dimostrato un aumento dell'espressione dei recettori insulinici nel fegato e nel muscolo scheletrico [4] , un incremento della traslocazione dei recettori del glucosio insulino-dipendenti GLUT4 sia negli adipociti che nei miociti, un aumento dell'attività dell' AMPK (enzima coinvolto nell'uptake cellulare e ossidazione del glucosio e degli acidi grassi) [5], con un generale miglioramento dunque della sensibilità insulinica e dell'utilizzo del glucosio a livello periferico[5][6]. I dosaggi utilizzati all'interno dei vari studi vanno dai 500 ai 1500mg al giorno suddivisi in 2-3 assunzioni giornaliere ed è normalmente ben tollerata, gli unici effetti collaterali osservati in alcuni soggetti sono di natura gastrointestinale (nausea, vomito, costipazione).
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