L'insulina è un ormone peptidico prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans all'interno del pancreas, essa è formata da due catene unite da due ponti solfuro rispetttivamente definite catena A di 21 aminoacidi e catena B di 30 aminoacidi.
La funzione principale dell'insulina
La sua funzione più nota è quella di regolatore dei livelli di glucosio ematico riducendo la glicemia quindi togliendo zuccheri dal sangue (funzione ipoglicemizzante) mediante l'attivazione di diversi processi metabolici e cellulari, presenta inoltre un essenziale ruolo nella sintesi proteica.
Gli effetti di questo ormone
Tra i vari effetti dell'insulina sono presenti anche:
- aumento dell'uptake cellulare di glucosio e di aminoacidi (cellula muscolare e adipocitaria)
- inibisce la lipolisi e la glicolisi
- stimola la liposintesi e la glicogenosintesi
Questo cosa vuol dire? Che si aumenta la captazione di glucosio, ma diminuisce anche il quantitativo di zuccheri immesso nel sangue da parte del fegato.
L'insulina e l'aumento di peso
L'insulina viene spesso indicata come causa principale dell'aumento di peso, questo è in parte vero, ma la realtà è che noi ingrassiamo con i glucidi solo se il nostro corpo non è in grado di gestirli corretttamente, tra l'altro l'insulina sale anche ingerendo cibi ricchi di BCAA stimolando in questo caso diversi ormoni che aumentano la sensibilità dei GLUT-4 (trasportatori di zuccheri).
Quando l'insulina è alta e i livelli di ATP nel mitocondrio sono sature gli zucchiri vengono trasformati in grassi (di deposito) attraveso la lipogenesi, eccetto che in questo caso l'aumento di peso e di grasso non sono molto rilevanti e pertanto in queste situazioni bisogna incolpare il bilancio calorico totale giornaliero/settimanale.
Un ormone peptidico conteso
Il tessuto muscolare e quello adipocitario sono in competizione per questo ormone, chi lo capta dipende in genere da 3 fattori:
- riserve di glicogeno muscolare, se per esempio rispetto alla capacità complessiva del miocida le riserve sono più basse sarà il muscolo a prevalere (situazione che si verifica spesso nel postworkout di praticamente tutti gli sportivi, soprattutto nei pesisti e nei bodybuilder)
- danneggiamento della membrana del miocita, allenamenti molto intensi provocano micro traumi che riducono il numero di recettori
- ipertrofia cellulare, più una cellula è grande di dimensioni (ipertrofica) maggiore sarà il numero di recettori
Cos'è la resistenza insulinica?
Partiamo da questo presupposto, tanto più una sostanza è rara tanti più sono i recettori portati a galla per captarla (il nostro organismo ragiona in questi termini).
Se quotidianamente eccediamo di zuccheri quindi i recettori (GLUT-4) pronti per captare l'insulina saranno di meno e il pancreas sarà costretto a secernere sempre più insulina per ottenere lo stesso effetto, se questo processo avanza eccessivamente si rischia di passare dall'essere semplicemente resistenti all'avere il diabete di tipo 2.
Questo processo è bene tenere a mente che non riguarda solo gli zuccheri, ma anche le proteine e i grassi a causa sia della stimolazione insulinica, ma anche dell'ostacolamento da parte dei tricgliceridi intracellulari del glucide nella cellula.
Correre ai ripari
Come risolvere la situazione in questo caso?
- riprendere a fare attività fisica in maniera intensa variando tra forza, potenza e lavori abbondantemente lattacidi (a seconda delle capacità individuali chiaramente) è sicuramente un buon punto di partenza e in questo modo indirizzeremo i glucidi prevalentemente al tessuto muscolare
- dieta low-fat con prevalenza dei monoinsaturi per far riprendere affinita ai carboidrati (adatto a chi già si allena intensamente e con una buona massa magra)
- dieta low-carb aumentandoli gradualmente (reverse metabolico)
- alternare giorni low-carb a giorni low-fat