Perchè gli alimenti e le bevande caratterizzati dalle diciture “light”, “zero”, “diet”, venduti come alternative più salutari o “innocue” degli originali non sono sane? Come vedremo, queste caratteristiche salutari tanto reclamizzate non presentano alla base un solido supporto scientifico, anzi, tutt’altro.
Vari studi (ben poco pubblicizzati), tra cui un lavoro pubblicato sulla rivista Plos One ha evidenziato come le bevande light non siano tanto differenti da quelle convenzionali ricche di zuccheri aggiunti (parlo di un uso continuo giornaliero). Se da una parte queste non contengono calorie, o ne contengono quantità minime, dall’altra possono promuovere una risposta “compensatoria” da parte dell’organismo associata al consumo di altri alimenti.
Il nostro corpo viene “ingannato” dai dolcificanti artificiali che sono in grado di stimolare il recettori tipici del sapore dolce, aumentando di conseguenza l’appetito, modulando negativamente la secrezione di enzimi a livello gastrico generando una risposta compensatoria che spinge l’organismo a cercare maggiori quantità di alimenti solidi, anche per via di una sorta di consapevolezza ingannevole di un alimento a basso contenuto calorico. Gli edulcoranti artificiali hanno ben altri effetti in caso di consumo eccessivo o regolare e frequente. Altri studi dimostrano che sembrerebbero sufficienti pochi giorni di dieta con consumo di dolcificanti per alterare la glicemia, la tolleranza al glucosio (alterazione del trasporto) e la popolazione dei batteri intestinali (microbiota).
Non a caso studi osservazionali a lungo termine evidenziano come l’introito di queste bevande light sia associato sia in bambini sia negli adulti ad aumento di peso e a patologie cardio-metaboliche.
La moderazione è la cosa più importante
Anche in uno studio del 2014 pubblicato su Nature è emerso come questi dolcificanti artificiali consumati con costanza possano causare una sorta di intolleranza al glucosio, modificando la composizione e la funzionalità del microbiota intestinale (come capita anche con la stevia).
Le evidenze scientifiche ci sono ma le grandi multinazionali di queste bevande non sono state a guardare e hanno finanziato diversi istituti di ricerca al fine di giustificare scientificamente il contributo “salutare” o “innocente” associato al consumo di bevande light.
Per seguire una dieta sana cerchiamo di abituarci gradualmente a consumare alimenti di qualità nutritiva con un’intensità dolce minore, mantenendo più efficiente la regolazione sulla glicemia, la tolleranza ai carboidrati, e un intestino più equilibrato, evitando i subdoli effetti indotti dal consumo di questi dolcificanti ipocalorici.