Il vanadio (dal nome della divinità scandinava della bellezza, della giovinezza e delle lussuria) è al centro di un rinnovato interesse da parte del mercato e della letteratura medica. Un recente articolo pubblicato sul 'Journal of the American Dietetic Association' documenta i motivi in base ai quali il vanadio sarebbe un nutriente essenziale per l'uomo.
Fonti alimentari
La tabella 31.1 riporta la quantità di vanadio presente in alcuni alimenti, ma il significato reale di queste cure non è ancora ben chiaro dal momento che alcuni studi hanno dimostrato che la maggior parte del vanadio ingerito (oltre il 99%) non viene assorbita. È stato stimato che il consumo medio di vanadio è compreso tra 10 e 60 mcg, mentre il contenuto totale dell'organismo umano è di circa 100 mcg.
Il vanadio non è concentrato in nessun organo o tessuto particolare.
Buone fonti alimentari sono il pepe nero, l'aneto, il prezzemolo, i funghi e i crostacei.
Segni e sintomi di carenza
Anche se il vanadio partecipa al metabolismo degli ormoni, del colesterolo e degli zuccheri del sangue, non è mai stata segnalata alcuna carenza specifica nell'uomo. Alcuni ricercatori suggeriscono che il deficit di vanadio possa contribuire ad aumentare i livelli di colesterolo e ad alterare il controllo della glicemia provocando la comparsa di diabete o ipoglicemia(1).
Tabella 31.1 Contenuto di vanadio in alcuni elementi |
|||||||
Grano saraceno | 100 | ||||||
Prezzemolo | 80 | ||||||
Soia | 70 | ||||||
Olio di cartamo | 64 | ||||||
Olio di semi di girasole | 41 | ||||||
Avena | 35 | ||||||
Olio d'oliva | 30 | ||||||
Mais | 15 | ||||||
Semi di girasole | 15 | ||||||
Fagioli verdi | 14 | ||||||
Olio di arachidi | 11 | ||||||
Aglio | 10 | ||||||
Carote | 10 | ||||||
Cavolo | 10 | ||||||
Pomodori | 6 | ||||||
Cipolle | 5 | ||||||
Frumento integrale | 5 | ||||||
Ravanelli | 5 | ||||||
Barbabietole | 4 | ||||||
Mele | 3 | ||||||
Lattuga | 2 | ||||||
Miglio | 2 | ||||||
Prugne | 2 | ||||||
I valori sono espressi in mcg su 100 g di alimento. |
Benché sia ancora sconosciuta l'importanza del vanadio nell' alimentazione umana, negli ultimi dieci anni è cresciuta la consapevolezza che questo elemento è un nutriente essenziale per alcune piante, animali e microrganismi. In uno studio, probabilmente il più significatìvo, alcune capre sono state sottoposte a una dieta povera di vanadio (5 mcg/kg di alimento secco). Dopo 3 anni, le capre femmine hanno dato alla luce prole affetta da deformità ossee irreversibili a carico delle zampe anteriori. Alcuni cuccioli sono morti nell'arco di tre giorni; altri non sono sopravvissuti alla nascita. Le madri hanno prodotto quantità di latte significatii vamente inferiori. La necessità di vanadio nell'alimentazione delle capre è stata, dunque, confermata e potrebbe essere correlata anche al suo ruolo nell'alimentazione umana(1).
Dose giornaliera raccomandata
Non esiste una dose giornaliera raccomandata. Un apporto giomaliero compreso tra 10 e 60 mcg, oltre a essere sicuro, è probabilmente sufficiente.
Effetti benefici
La maggior parte delle ricerche sul vanadio si è occupata del ruolo svolto da questo minerale nel potenziare l'attività dell'insulina e nella sua azione simil-insulinica. Negli studi condotti sugli animali, elevati dosaggi di vanadio (più spesso nella forma di solfato di vanadile) hanno migliorato la tolleranza al glucosio, ridotto la sintesi del colesterolo e favorito la mineralizzazione di ossa e denti(2).
Forme disponibili
Il vanadio esiste in cinque differenti forme; quelle biologicamente più significative sono il vanadile e il vanadato. Il solfato di vanadile è, tra gli integratori alimentari di vanadio, la forma più popolare.
Dosaggi specifici
Un dosaggio compreso tra 50 e 100 mcg al giorno dovrebbe rappresentare una quantità senza rischi, sufficiente a soddisfare le necessità nutrizionali(1). Il vanadio potrebbe essere tossico nelle quantità comunemente indicate dai produttori di integratori a base di solfato di vanadile per coloro che praticano body building e per i diabetici (le dosi consigliate variano solitamente tra 15 e 100 mg).
Sulla base dei dati disponibili, non consiglio dosi elevate di solfato di vanadile. I dati preliminari sono incoraggianti, ma i dosaggi comunemente usati (100 mg al giorno) vanno ben al di là della semplice azione nutrizionale.
Avvertenze e precauzioni
Tra gli effetti tossici del vanadio, osservati sugli animali, vi sono: aumento della pressione sanguigna, riduzione dei livelli di coenzima A e coenzima Q10, stimolazione degli inibitori della monoamina ossidasi e interferenza con la produzione di energia cellulare(1). Gli studi sulla tossicìtà, tuttavia, hanno utilizzato vanadato, non vanadile; occorre anche ricordare che gli uomini sembrano tollerare meglio il vanadio rispetto alle altre specie.
Dopo aver somministrato a 12 uomini 13,5 mg di vanadio al giorno per 2 settimane, e successivamente 22,5 mg al giorno per 5 mesi, cinque di loro, in concomitanza con il dosaggio più elevato, hanno presentato crampi e diarrea(1). In questo stesso studio i pazienti affetti da diabete non insulino-dipendente ai quali furono somministrati 100 mg di solfato di vanadile non presentarono significativi effetti collateri(3).
Livelli eccessivi di vanadio sono stati correlati anche alla malattia maniaco-depressiva. Concentrazioni elevate di vanadio sono state riscontrate in campioni di capelli di pazienti affetti da mania. I valori tornavano nella nonna con la guarigione del paziente. Il vanadio nella forma di vanadato è un forte inibitore della pompa sodio-potassio. Il litio, il farmaco di scelta per la terapia della malattia maniaco-depressiva, può ridurre questa inibizione(1).
Interazione
Non esistono interazioni note del vanadio con altri nutrienti o con altri farmaci, tranne che con il litio.
NOTE
1. Harland BF and Harden-Williams BA, Is vanadium of human nutritional importance yet? J Am Diet Assoc 94, 891-894, 1994.
2. Brichard SM and Henquin JC, The role of vanadium in the management of diabetes. Trends Pharmacol Sci 16, 265-270, 1995.
3. Cohen N, et al., Oral vanadyl sulfate improves hepatic and peripheral insulin sensitivity in patients with non-insulin-dependent diabetes mellitus. J Clin Invest 95, 2501-2509, 1995.