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Nutrizione e Composizione Corporea negli Sport con Categorie di Peso
Nutrizione e Composizione Corporea negli Sport con Categorie di Peso

Nutrizione e Composizione Corporea negli Sport con Categorie di Peso

Data: 29 April 2020

La composizione corporea nell'atleta

Analisi della composizione corporea di un'atleta.

Analisi della composizione corporea di un'atleta.

 

La valutazione della composizione corporea rappresenta un'importante settore di ricerca grazie alle informazioni che può fornire per la stima del fabbisogno energetico, dello stato nutrizionale del soggetto e per le conseguenti applicazioni in campo medico sanitario. Infatti, un'esigenza da tempo sentita nell'ambito delle scienze biologiche e mediche è la conoscenza delle caratteristiche dimensionali e morfologiche del corpo umano nelle sue indifferenze interindividuali.

 

Lo studio della composizione corporea è di estrema importanza sia nel soggetto non atleta, per gli stretti rapporti delle condizioni di salute, che nell'atleta stesso dove aiuta a definire le caratteristiche funzionali e le capacità. La composizione corporea differisce significativamente in base a:

  • sesso,
  • età, 
  • genoma,
  • stati patologici,
  • dieta,
  • esercizio fisico.     

In relazione alla pratica sportiva e in riferimento a periodi d'allenamento intenso o dopo una competizione sportiva, l'organismo và incontro a modifiche più o meno profonde che riguardano, il suo stato di idratazione, la ripartizione dei fluidi corporei (intra ed extracellulare), l'equilibrio elettrolitico e la massa muscolare grassa ed ossea.

 

Tali variazioni possono seriamente danneggiare l'integrità fisica e di conseguenza tradursi in uno scadimento della prestazione. Come summenzionato, anche la dieta ha importanti ripercussioni sulla composizione corporea e la necessità di perdere peso, per rientrare nella categoria "più conveniente", porta molti atleti a sottoporsi a tecniche di calo ponderale "estreme", in passato molto comuni (saune, digiuni, uso di diuretici, ecc.) che possono alterare in modo negativo la prestazione e  pregiudicare lo stato di salute dell'atleta stesso.       

 

Indispensabile ed essenziale è quindi valutare nell'atleta la composizione corporea ( Body Composition, BC) per monitorare la crescita, i risultati degli allenamenti, lo stato di alimentazione, investigare le modificazioni che si producono sullo sviluppo fisico allo scopo di programmare degli allenamenti atletici appropriati; avere il valore predittivo per la selezione attitudinale in molte attività sportive e conseguire un'ottimizzazione della performance, raggiungibile attraverso l'omeostasi nutrizionale che  si ottiene quando il peso corporeo è in un rapporto perfetto tra massa grassa (FM) e massa magra (FFM). Questo rapporto dipende dall'età, dal sesso, dalla genetica e dalle caratteristiche dello sport praticato.

Modello Bicompartimentale

Il modello bicompartimentale si basa sul modello in cui la massa corporea (Body Weight, BW) è suddivisa in due distinti componenti chimici, la massa grassa (Fat Mass, FM) e la massa magra (Fat Free Mass, FFM).

 

 FM

 FFM

 

Massa Grassa

 

Con il termine Massa Grassa o Massa Lipidica Totale si indica il tessuto adiposo totale corporeo che viene sempre misurato in kg, ha una densità di circa 0,9 g/ml, è un tessuto anidro e non contiene potassio. Secondo il modello di Behnke, la massa grassa si trova in due sedi di deposito:

  • Grasso essenziale e cioè quella piccola quota di massa grassa fondamentale per l'organismo, presente nei lipidi delle membrane cellulari del SNC e del SNP,  tra le fibre muscolari, nel midollo osseo (giallo), delle ossa lunghe  nel SNC e SNP, nel fegato, nella milza, nei polmoni e nel cuore;  pari al 3-5% della massa corporea totale per il maschio ed al 10-12% per la femmina poiché và a formare quel tessuto legato ai caratteri sessuali secondari .
  • Grasso di deposito, costituito dall'accumulo di grasso nel tessuto adiposo, composto da circa: 83% di lipidi, 2% di proteine e 15% di acqua. Il grasso di deposito è contenuto e suddiviso in grasso viscerale e sottocutaneo; il primo protegge gli organi interni da eventuali traumi della cavità toracica e addominale, il secondo è situato al disotto della superficie della cute.

Massa Magra

 

La Massa Magra (Fat Free Mass, o massa libera dal grasso) include il resto del corpo con una densità quasi costante 1,099-1100 g/ml; contiene acqua in quantità costante (70-73%) con una densità pari a 0,993 g/ml; per il resto è costituita da proteine, con densità pari a 1,34 g/ml; sali minerali (in particolare quelli relativi all'apparato scheletrico con densità di 3 g/ml) e glicogeno. La Massa Magra ha un contenuto di potassio di 69 mEq nel maschio, il 10% in meno nella femmina. La "Massa magra corporea" o LBM (Lean Body Mass) è composta da tutti i tessuti compresi nella FFM con l'aggiunta del "grasso essenziale".

 

Una frazione costante della FFM è rappresentata dall'acqua (Total Body Water, TBW). In un adulto sano l'acqua totale corporea (TBW) costituisce circa il 72,4% (69,4-73,2%) della sua massa magra e circa il 60% del peso corporeo. Tale frazione non è tuttavia costante nel corso dell'accrescimento e dell'invecchiamento del corpo, così come in molte condizioni di malattia. Mentre nell'infanzia, a livello precoce, l'acqua costituisce circa l'80-83% della massa alipidica, con l'avanzare dell'età questa frazione diminuisce notevolmente. Le persone obese hanno un più basso contenuto di acqua per kg di peso corporeo, rispetto ad una persona magra (le donne hanno meno acqua degli uomini).

La TBW è costituita dalla componente intracellulare (Intra-Cellular Water, ICW) e da quella extracellulare (Extra-Cellular Warer, ECW) che si trovano, nei soggetti sani, approssimativamente in un rapporto di 2:1.

 

L'ECW costituisce il 20 % del BW (Body Water) (14 l) mentre l'ICW, il 40%. Un basilare indice di benessere dipende dalla corretta distribuzione dell'acqua totale nei due compartimenti. Infatti, non è tanto importante sapere che il nostro corpo contiene ad esempio 50 Lt di acqua, quanto la sua distribuzione; molti studi confermano che la normoidratazione è presente solo nei soggetti sani e ben nutriti.

 

Nel compartimento extracellulare rientrano il plasma, la linfa, la saliva, i compartimenti liquidi dell'occhio, i succhi digestivi, il sudore, il liquido cefalorachidiano e il liquido dello spazio che circonda le cellule. La maggior parte del liquido perso con il sudore proviene dal comparto extracellulare, in particolare dal plasma. Quasi nella totalità dei casi le variazioni dell'acqua corporea avvengono in questo compartimento, mentre le variazioni in più o in meno del compartimento intracellulare sono nell'ordine di più o meno 5%.

I diversi comportamenti metabolici di FM e FFM

 

La divisione in due compartimenti, FM e FFM, non è solo anatomica, ma anche funzionale, i due compartimenti hanno comportamenti metabolici differenti. Il comportamento più attivo, dal punto di vista energetico, è senza dubbio la massa magra che attraverso il suo impegno tensivo permette all'organismo di compiere un lavoro. Aumentare la massa magra, significa aumentare la massa muscolare a scapito di quella adiposa e, di conseguenza, aumentare il fabbisogno di calorie nell'organismo, soprattutto quello in condizioni di assoluto riposo o Metabolismo Basale.

 

Accrescere o ottimizzare qualitativamente la funzione della massa magra, è vantaggioso per gli atleti la cui disciplina richiede forza, potenza e resistenza muscolare. Chiaramente questo aumento di FFM comporta un carico aggiuntivo da trasportare e seppur composto da massa magra attiva, potrebbe ostacolare la prestazione; per questo motivo bisogna tenere in considerazione il profilo atletico dell'atleta, il suo stile, le capacità motorie e le abilità acquisite, al fine di manipolare la composizione corporea e raggiungere un peso corporeo ideale al modello di prestazione.

 

La massa grassa una volta veniva definita "metabolicamente inerte" cioè si pensava che non costasse nulla all'organismo in termini di calorie spese per il suo mantenimento. Oggi invece si sa che non è esattamente così, infatti se pur in minima parte, contribuisce anch'essa al dispendio energetico totale, oltre ad avere una fondamentale attività endocrina. La massa grassa, pur avendo un ruolo fondamentale come principale sito di riserva energetica e pur avendo una propria attività metabolica, influisce negativamente sulla prestazione, soprattutto se presente in quantità eccessive per due motivi fondamentali:

  1. le cellule adipose non contribuiscono alla produzione di energia, quindi al lavoro meccanico, durante l'attività fisica;
  2. trasportare elevate quantità di grasso ha un costo energetico che, in attività a carico gravitazionale, può essere non trascurabile "effetto zavorra".

La maggior percentuale di grasso costituisce, infatti, un "ingombro" in quanto comporta un incremento di lavoro senza offrire un contributo metabolico allo svolgimento del lavoro stesso (2). Diversi studi hanno dimostrato che quanto più è alta la percentuale di massa grassa, tanto più si riduce la prestazione del soggetto. Altri studi hanno dimostrato in maniera inequivocabile che l'eccesso di grasso corporeo è associato a scarse prestazioni nei test di:

  • velocità;
  • resistenza;
  • equilibrio ed agilità;
  • capacità di salto.

La composizione corporea ideale varia a seconda della disciplina sportiva ma, in generale, quanto minore è la massa grassa tanto migliore sarà la performance. 

Modello Tricompartimentale

Il modello tricompartimentale, inserisce accanto a FM e a FFM anche la componente ossea.

 

 FM

 FFM (ECM + BCM)

 

 OSSA

 

Nel modello tricompartimentale la massa magra (FFM) viene a sua volta suddivisa in ECM e BCM che rappresentano rispettivamente la massa extracellulare e la massa cellulare o Body Cell Mass.

 

La BCM rappresenta la massa metabolicamente attiva, cioè è la componente dell'organismo umano contenente potassio che consuma ossigeno e dove avvengono le reazioni di ossido-riduzione (Moore et al. 1963). È un compartimento funzionale fondamentale nel determinare il dispendio energetico, le necessità proteiche e la risposta metabolica dell'organismo agli stimoli fisiologici e patologici. Il consumo di ossigeno ed il dispendio energetico risultano strettamente correlati con la BCM. In particolare, il consumo di ossigeno varia da 8 a 10 ml per kg di BCM, mentre il dispendio energetico è di 2,7-3,6 kcal per ora per kg di BCM. La BCM può essere, inoltre, considerata come l'insieme delle cellule "fat-free" dei muscoli, degli organi interni e del sistema immunitario.

 

La BCM rappresenta un indicatore fortemente legato ai parametri metabolici e funzionali dell'organismo assai utile nella definizione della capacità atletiche e dello stato di salute degli sportivi, ancor più della massa grassa e della massa magra così come dimostrato anche in recenti lavori scientifici condotti su vari gruppi di atleti, infatti la BCM è molto sviluppata negli atleti ed è esigua nelle persone sedentarie, questo è uno dei principali motivi per i quali le persone sedentarie anche mangiando di meno tendono ad ingrassare rispetto alla popolazione attiva. Questo fatto è spiegabile con una minore massa metabolicamente attiva e quindi il corpo consuma meno calorie e quindi si tende ad ingrassare.

 

La BCM quindi è un parametro altamente più indicativo dello "stato di forma" di un atleta rispetto alla semplice massa magra, e viene misurata attraverso tecniche molto sofisticate, costose e invasive ma, anche, indirettamente tramite l'impedenziometria (BIA) partendo dal presupposto che la cellula abbia un contenuto di acqua pari al 66% del suo peso, la BCM può essere considerata come il prodotto della concentrazione del potassio intracellulare per un fattore numerico (0.00833).

La composizione corporea ideale varia a seconda della disciplina sportiva ma, in genere,

quanto minore è la massa grassa tanto migliore sarà la performance. Ai fini della prestazione è più determinante il livello di adiposità rispetto al peso corporeo totale, quindi quanto minore sarà la massa grassa relativa tanto migliore sarà la performance sportiva.

Per gli atleti è pertanto fondamentale fare molta attenzione quando seguono una dieta per massimizzare la perdita di peso a discapito della massa grassa (FM), cercando di minimizzare la perdita di massa magra (FFM). Inoltre è importante combinare l'allenamento con la dieta, per raggiungere il deficit energetico necessario al bilancio energetico negativo giornaliero.

 

La disidratazione volontaria, è probabilmente la tecnica più utilizzata per la modalità rapida di perdita di peso, ed anche la più specifica a produrre ingenti perdite di acqua corporea. Il digiuno o le diete lampo con un contenuto calorico molto basso comportano perdite di peso rilevanti, dove un bilancio energetico molto negativo comporta inevitabilmente perdite elevate di acqua corporea dovute alla degradazione di glicogeno e proteine.

Periodo di Calo Peso (con alimentazione a basso contenuto calorico e di glucidi)

Dott. Orlandi a un convegno.

Dott. Carmine Orlandi.

 

  • Perdita di Liquidi.
  • Alterazione delle qualità di tampone del Sangue e del Muscolo.
  • Diminuzione delle riserve di Alcali, a riposo.

Quando gli atleti tentano di mantenere un peso corporeo più basso di quello fisiologico, vanno incontro ai problemi summenzionati. Questi atleti spesso si trovano a essere in uno stato cronico di deficit energetico (E spesa > E apportata; in un periodo variabile da giorni a mesi). Nelle Atlete, Loucks & Heath 1994, hanno dimostrato che quando il deficit energetico oltrepassa un determinato livello critico, vengono represse le funzioni endocrine riproduttive e tiroidee.

 

Uno dei problemi che affligge maggiormente le donne atlete riguarda l'amenorrea a sua volta pesantemente implicata in quello che è il maggior risvolto patologico del calo peso nell'atleta donna: la triade dell'atleta.

 

Sono diverse le spiegazioni date sull'amenorrea ed i maggiori responsabili di questa sembrano essere stati individuati tra squilibri nella composizione corporea (troppo magre), stress fisico (allenamenti troppo duri e ripetuti) e bilancio energetico (apporto energetico troppo scarso); diversi recenti studi concentrano le loro attenzioni su quest'ultimo punto definendo eccessiva la restrizione energetica cui si sottopongono le atlete per rientrare nel peso predeterminato.

 

Con Rapide e Moderate perdite di peso, ci saranno riduzioni del quantitativo totale di acqua corporea, e delle riserve di glicogeno epatico e muscolare, e di altri componenti come la massa magra (FFM) ed in parte della massa grassa (Oppliger et al. 1996). La maggior parte degli atleti sono già molto magri prima del raggiungimento del peso, e così solo una piccola parte del peso che si andrà a perdere deriverà dalle riserve di grassi. Infatti (Friedl et al. 1994), hanno riportato che c'è probabilmente un limite più basso di riduzione della massa grassa con la perdita di peso, in individui magri.

 

Perciò come l'atleta raggiunge un basso livello di massa grassa, c'è una ridotta probabilità di perdite future di grasso corporeo con un calo peso prolungato. Conseguentemente la percentuale di perdita di peso, proveniente dalla degradazione della massa magra durante un periodo di calo peso rapido e moderato, è probabile che sia elevata.

 

Generalmente i decrementi della performance sono associati alla perdita di massa magra.

Sulla base di tutte queste indicazioni rimane ancora difficile trarre delle conclusioni generali sull'azione esercitata dal Calo Peso sulla Performance, ma è certo che una riduzione della massa magra dovuta ad uno scarso apporto proteico nella dieta, comporta una diminuzione dell'organismo della capacità di Forza.

 

La riduzione della Forza dovrebbe essere presa in considerazione più seriamente, dato che la Potenza è una condizione fondamentale per il successo, e ciò entra in conflitto con la teoria che la riduzione del peso corporeo, permette all'atleta di guadagnare un margine competitivo.

Concetti condivisi da molti autori tramite diversi studi condotti sulle performance (rendimento) per mezzo di test che tengano conto delle specificità della disciplina sportiva, confermano che il "rapido raggiungimento del Peso" comporta una chiara azione negativa sul rendimento fisico degli atleti, con il decadimento della performance.

 

Un Calo Peso rapido, è legato a una riduzione della performance, e ha come effetti:

  1. Diminuzione del volume plasmatico sanguigno;
  2. Disturbo dei meccanismi della termoregolazione;
  3. Deplezione delle riserve di glicogeno e dei sistemi tampone del sangue;
  4. Degradazione proteica con diminuzione della capacità di Forza.

In rapporto a quanto affermato si può senz'altro affermare che la Forza è una condizione determinante, ma non è l'unico fattore che deve essere preso in considerazione per raggiungere il successo in una competizione sportiva. Pertanto i migliori Atleti, sono quelli abili a ridurre il loro peso mantenendo stabili i livelli di Forza e Potenza, limitando la perdita di massa magra.

Come facilmente intuibile i soli parametri di peso e altezza, sono spesso fuorvianti e non soddisfano la necessità di riuscire ad inquadrare in modo accurato lo stato del singolo atleta. Motivo per cui occorre orientarsi su delle metodiche più accurate.

La nostra esperienza con gli atleti olimpici della Nazionale Italiana 

studio distribuzione massa muscolare per sport

 

 

Il lavoro è stato condotto su 22 atleti delle discipline Judo, Lotta, Pugilato e Sollevamento Pesi che hanno partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2008.

 

Per quanto attiene la valutazione della composizione corporea la metodologia gold-standard è la "dual-energy x-ray absorptiometry (dxa)" - tramite la quale nel nostro laboratorio presso la cattedra di "Alimentazione e Nutrizione Umana" - Dipartimento di Neuroscienze - facoltà di Medicina dell'Università di Roma "Tor Vergata" studiamo la composizione corporea di atleti professionisti;

Sempre a proposito della composizione corporea e valutando la salute del tessuto osseo, Conroy e coll. osservavano che la densità ossea dei pesisti era superiore a quella degli altri atleti, soprattutto nelle atlete.

 

La metodologia seguita nel periodo del "calo peso", sostanzialmente condotta fino al giorno della gara e per tutto il periodo delle competizioni, prevedeva i seguenti schema standardizzato:

  1. Periodizzazione delle strategie nutrizionali in accordo con la periodizzazione dell'allenamento
  2. Monitoraggio continuo dei risultati quali-quantitativi (analisi body composition e diario del peso)
  3. Consapevolezza e "complicità'" di atleti e staff tecnico al completo
  4. Riduzione significativa delle oscillazioni del peso (weight cycling)
  5. Maggior frazionamento possibile delle calorie nella giornata
  6. Applicazione rigorosa del "recovery meal"
  7. Apporto energetico pari al MB misurato (calorimetria indiretta) + 15 %
  8. Composizione bromatologica della dieta      basata fondamentalmente sul QR
  9. Tempi di recupero tra "fare il peso" e inizio della competizione.
  10. Quanto tempo sino alla competizione
  11. Considerare sempre sbalzi di umore dell'atleta
  12. Allestimento di specifici "goals nutrizionali"

il percorso maggiormente seguito è stato quello dell'alimentazione di raccordo tra periodo dell'allenamento finalizzato alla competizione e la competizione stessa. abbiamo seguito anche in questo caso una metodologia standardizzata:

  • Alimentazione individualizzata nei diversi periodi allenamento
  • Recovery meal (post-allenamento)
  • Alimentazione periodo gara
  • Alimentazione giorno precedente la gara
  • Alimentazione pre-gara
  • Razione d'attesa
  • Alimentazione post-gara (recupero)
  • Eventuale integrazione

I nostri atleti, grazie al lavoro integrato di tutti gli attori che si sono via via presentati nelle diverse fasi degli allenamenti e delle competizioni di qualificazione negli anni precedenti sempre all'interno di un percorso multidisciplinare condiviso con i tecnici, hanno riportato 5 medaglie, 3 ori, un argento e un bronzo nel totale delle discipline considerate.

 

Il trattamento nutrizionale da noi proposto prevede un quantitativo energetico correlato alla situazione individuale e confermato dal monitoraggio continuo della body composition; la distribuzione dei macronutrienti  segue un razionale basato sulla position statement dell'ISSN che prevede un fondamentale rispetto quali-quantitativo del timing di assunzione in relazione all'esercizio in aperto contrasto con quanto finora affermato e cioè che l'alimentazione di un atleta professionista non deve differire dalle linee guida nutrizionali da applicare normalmente alla popolazione tranne l'aspetto energetico.

 

È evidente che la distribuzione del tessuto muscolare è simile per tutte le tipologie di sport analizzati (però con diverso peso). Tramite il test t di Student per dati indipendenti sono state valutate tra i gruppi le differenze delle variabili considerate e con il test t per dati appaiati è stata verificata la significatività delle differenze tra gli sport e la massa muscolare. La significatività è stata posta a priori al 5% (p<0,05): in parole semplici, quindi, la distribuzione della massa muscolare in questi sport può ritenersi simile anche se ripetiamo, con pesi differenti; questo discorso però non è stato fatto per ciò che concerne la massa grassa;

Conclusioni

In conclusione visti i dati sulla distribuzione della muscolatura, questi parametri e confrontati anche con quelli di atleti di altre discipline, possiamo affermare che questi ragazzi, come pochi altri, hanno basi di partenza eccezionali sulle quali, tramite apposita nutrizione ed allenamento, è possibile costruire dei veri campioni.

 

I risultati dei dati dimostrano che un'attenta valutazione della composizione corporea e il suo monitoraggio nel tempo correla bene con lo stato di forma degli atleti e che una corretta e appropriata alimentazione può essere inizialmente stabilita ed eventualmente modificata nel tempo se, però, questa viene continuamente monitorata anche al fine di ridurre, al termine di una stagione lunga e stressante, in modo estremamente significativo il numero e l'entità degli infortuni.

 

L'analisi dei dati ha comunque confermato la validità di un assunto che da sempre accompagna la modalità di trattamento degli atleti professionisti secondo cui una attenta, corretta, appropriata e personalizzata alimentazione è in grado di valorizzare la preparazione atletica individuale grazie a un sinergismo i cui meccanismi, come da ormai copiosa letteratura, cominciano a essere ben noti.

 

La valutazione costante della body composition rimane un metodo affidabile, veloce e di semplice esecuzione e se condotto unendo le 2 principali tecniche attualmente utilizzate in letteratura, DXA e BIA, consente una valutazione affidabile delle principali componenti organiche: massa grassa, muscolo, contenuto minerale osseo, distribuzione dei fluidi corporei, massa cellulare attiva BCM e angolo di fase f.

 

In ultima analisi, avendo a disposizione un macchinario come la DXA che permette di fare un'analisi della composizione corporea (massa grassa, massa magra, tessuto osseo) per sezioni e non avendo trovato studi a livello nazionale e internazionale a riguardo, abbiamo studiato la distribuzione dei compartimenti fisiologici nei seguenti distretti corporei: braccia, tronco, gambe della percentuale di massa magra.

 

Contrariamente a quanto si può pensare abbiamo trovato che la distribuzione del tessuto muscolare non risente particolarmente della disciplina sportiva praticata, non producendo degli adattamenti di "ipertrofia locale"" importanti" in quei distretti che in base allo sport praticato "sembrerebbero più sollecitati". Questa situazione viene avvalorata anche effettuando una suddivisione dei gruppi di studio in maschi e femmine. A dare un valore statistico e a escludere casualità in questa parte dello studio, abbiamo fatto un test di significatività, che ha dato riscontri positivi sull'attendibilità del dato.

 

La maggior parte dei lavori estratti dalla letteratura scientifica evidenzia che il rispetto dell'assunzione dei nutrienti secondo un determinato timing che tenga conto dei vari periodi di impegno atletico (allenamenti leggeri, carico di lavoro, gare diurne, gare notturne, gare ravvicinate, etc.) comporta un notevole miglioramento dei parametri atletici oltre alla riduzione del numero e/o dell'entità degli infortuni.

 

Ci siamo fondamentalmente riferiti a queste indicazioni seguendo sempre il criterio della massima compliance dell'atleta e dello staff tecnico-sanitario, e nel corso dei mesi abbiamo avuto un elevatissimo grado di accettazione e di gradimento del protocollo proposto.

 

In conclusione, riteniamo che non si possa prescindere dalla valutazione e monitoraggio della composizione corporea nel trattamento dell'atleta, sia da giovanissimi per una completa maturazione fisica, sia nell'atleta di élite. Per una attendibile e completa valutazione della composizione corporea risulta fondamentale l'abbinamento della BIA con la DXA per una valutazione "a 360°" che tenga conto oltre che del tessuto muscolare e adiposo dell'acqua intra ed extra cellulare.

 

L'equazione per la stima del grasso corporeo soprattutto per la popolazione sportiva di alto livello deve essere tarata sul campione con caratteristiche antropometriche più specifiche possibili al campione di popolazione analizzato tenendo conto delle peculiarità di forza e tecniche.

Ampliare il campione di sportivi per capire se la distribuzione della massa muscolare mantiene le caratteristiche di uniformità indipendenti dallo sport praticato da noi riscontrate in fase iniziale di studio.

 

Infine visti i dati sulla distribuzione della muscolatura, da questi parametri e confrontati anche con quelli di atleti di altre discipline, possiamo affermare che questi ragazzi, come pochi altri, hanno basi di partenza eccezionali sulle quali, tramite apposita nutrizione ed allenamento, è possibile costruire dei veri campioni. Il nostro obbiettivo quindi è quello di far esprimere al massimo il potenziale genetico (già per altro vistoso) auspicando ottimi risultati nelle prossime competizioni internazionali.

 

 

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