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Guida all'acquisto delle piccozze da alpinismo
Guida all'acquisto delle piccozze da alpinismo

Guida all'acquisto delle piccozze da alpinismo

Autore:
Data: 15 July 2016

La piccozza e' uno dei simboli dell'alpinismo. Nata dall'evoluzione del bastone da montagna, utilizzato gia' nel 19° secolo dai primi avventurieri che affrontavano neve e ghiaccio, e dall'ascia che veniva usata per tagliare gradini nel ghiaccio, è diventata uno strumento ideale e necessario per muoversi e scalare in ambienti di alta montagna.

 

Utilizzo della piccozza

La piccozza è uno strumento comodo e funzionale per affrontare scalate in presenza di neve e ghiaccio, per attraversamento di ghiacciai, per salite su pendii ghiacciati ripidi, per cascate di ghiaccio e vie alpinistiche su terreno misto con roccia e ghiaccio. Per questa molteplicità di utilizzo, esistono vari modelli di piccozze con dettagli e soluzioni specializzate. Possiamo a grandi linee differenziare le piccozze per due ambiti di utilizzo fondamentali:

  • piccozze classiche per alpinismo classico di media difficoltà, trekking su neve e attraversamento di ghiacciai, fino alla salita di pendii di media-alta pendenza ma non verticali
  • piccozze tecniche per salite su pareti ghiacciate verticali, cascate di ghiaccio, vie di misto e dry tooling
  • esistono anche piccozze 'polivalenti' adatte sia all'utilizzo per alpinismo classico che per la salita di cascate, senza raggiungere la massima tecnicità ma consentendo un ampio raggio d'azione

piccozze da alpinismo piccozze da alpinismo  piccozze da alpinismo

 

Le piccozze classiche consentono la progressione su ghiacciaio e su pendii fino a medio-alta pendenza. La picca va impugnata per la testa e tenuta sempre a monte durante la salita. Il manico dritto (o poco curvato) e il puntale consentono di puntare ed eventualmente affondare la picca nella neve o nel ghiaccio.  Ecco una immagine che riassume alcune tecniche di utilizzo delle picche classiche:

piccozze classiche

 

Le picche tecniche consentono la progressione frontale su pendii verticali e cascate di ghiaccio. La moderna tecnica di salita su cascate di ghiaccio prende il nome di 'piolet traction' e prevede l'uso di due piccozze (una per mano). Le picche tecniche oggi propongono varie soluzioni per becca - manico - impugnatura, facilitando l'applicazione di tecniche di salita evolute, anche su terreni estremi con misto ghiaccio - roccia (dry-tooling). Nell'immagine seguente e' rappresentata la tecnica piolet-traction:

piolet-traction

 

Le parti di una piccozza

La piccozza è fondamentalmente costituita da tre parti: TESTA - MANICO - PUNTALE. Tali parti possono essere un tutt'uno (monoblocco) o prevedere un montaggio 'modulare' con possibilità di cambiare pezzi singoli. Le tre parti si differenziano per forma e funzionalità (caratterizzando le piccozze come tecniche o classiche) e per il materiale con cui sono costruite.

 

La testa della piccozza
La testa di una picca da alpinismo comprende una 'lama' (detta anche 'becca') e una 'paletta' o in alternativa una massa battente ('martello'). E' quasi sempre realizzata in acciaio al chromo-molibdeno ('chromoly steel'), oppure in acciaio al carbonio ('carbon steel'), raramente puo' essere in titanio, ma per i modelli piu' leggeri si utilizza anche l'alluminio, o nuove leghe come il 'Sandvik Nanoflex' (una lega d'acciaio inossidabile, resistente e leggero). La testa puo' essere un blocco unico fissato al manico, oppure un monoblocco modulare (becca e paletta solidali in un unico blocco staccabile dal manico) o due blocchi distinti (becca intercambiabile, paletta intercambiabile).

Nelle immagini seguenti vediamo diverse soluzioni di parti della testa modulari:

picche da alpinismo picche da alpinismo


La becca (in inglese: 'pick' o 'blade') di una piccozza da alpinismo è curva e dentellata:
- le picche classiche hanno una becca con curvatura verso il basso, la curvatura non è molto accentuata, la dentatura e' tale da consentire sia la penetrazione per ancoraggio che la gradinatura
- le picche polivalenti (classiche ma adatte anche ad approcci al tecnico) hanno una becca con curvatura verso il basso molto accentuata, consentono di scalare pendii anche molto ripidi e di realizzare ancoraggi efficaci

- le picche più tecniche hanno una becca a 'banana' con curvatura verso l'alto, ottimizzano la penetrazione della punta in pareti verticali e cascate di ghiaccio.
Le becche possono avere anche una dentatura nella parte superiore, utile per vie di misto-dry tooling:

piccozze dry tooling

 

Tra i vari modelli di becche, spesso vengono indicate come becche 'ice' quelle adatte a ghiaccio ripido, e becche 'dry' quelle adatte a misto / drytooling.

Esempio di forme diverse:

 

La testa di una piccozza è di solito dotata di un foro che consente di collegare un laccio/dragonne (in questo caso si tratterebbe di una dragonne tecnica, utile per tecniche di salita di pendii molto ripidi e cascate di ghiaccio), oppure che consente il collegamento di moschettoni.

 

 

Il manico della piccozza
Il manico (in inglese: shaft) puo' essere dritto (per alpinismo classico) o curvo (per alpinismo tecnico), con varie soluzioni che per le piccozze tecniche sono evolute in forme con variazioni di curvatura e impugnature speciali (e parti spesso regolabili a piu' livelli). E' generalmente realizzato in alluminio, con diversi spessori e quindi diversi risultati in quanto a peso e resistenza; può essere dotato di una impugnatura (spesso in gomma), che può anche essere modulare e intercambiabile. Esistono inoltre vari accessori che consentono di aumentare il grip (rivestimenti di solito in gomma da applicare sul manico), o di migliorare la presa e proteggere le dita (appoggi e proteggi dita applicabili sul manico).
Vecchi modelli prevedevano l'uso del legno, oggi non piu' diffuso (soprattutto perche' non garantisce le necessarie caratteristiche di resistenza ai carichi di rottura dettati dalle norme di certificazione per le picche da alpinismo, che vedremo di seguito).

La lunghezza del manico è un'altra caratteristica importante delle piccozze da alpinismo. I valori variano da un minimo di circa 50cm a lunghezze di 90cm o anche 1 metro. Le piccozze tecniche sono tendenzialmente più corte, la lunghezza di 50cm è la piu' diffusa. Le picche classiche possono invece avere manici più lunghi e spesso uno stesso modello viene realizzato con diverse lunghezze di manico (per consentire all'utente la scelta più appropriata).


Il puntale della piccozza

Il 'puntale', cioè la parte finale del manico, ha la funzione di facilitare la penetrazione della picca nella neve o nel ghiaccio, consentendo varie tecniche di progressione e assicurazione per cordate per alpinismo 'classico'. Nelle picche tecniche questa funzione viene meno, in quanto l'utilizzo della picca tecnica è orientato alla scalata verticale e non serve infiggere la picca verticalmente nel ghiaccio; per questo motivo il puntale puo' essere assente e la picca termina con una impugnatura ergonomica. Il puntale (se presente) e' di solito costruito in materiale differente dal manico, dovendo essere piu' resistente: è quasi sempre in acciaio al chromo-molibdeno ('chromoly steel'), ma alcuni modelli per ottenere il massimo della leggerezza hanno il puntale in allumino o in lega come il Sandvik Nanoflex. Spesso nel puntale è presente un foro idoneo al moschettonaggio.
Vari modelli di picche non hanno il puntale, hanno la parte finale del manico che costituisce una alternativa al puntale oppure, sulle picche più tecniche, il puntale è completamente assente e sostituito da una impugnatura ergonomica (non adatta a infiggere la picca in verticale nel ghiaccio, picche non adatte all'alpinismo classico).

Nelle immagini seguenti sono rappresentate soluzioni con puntale adatto all'uso classico (le prime due) e con impugnatura che invece non consente l'uso della picca in appoggio e penetrazione in neve/ghiaccio:

      

 

 

Norme di certificazione

Le piccozze possono essere utilizzate come 'bastoni' per facilitare la camminata su neve e ghiaccio, ma anche come attrezzi ai quali appendersi in pareti verticali e/o con cui realizzare punti di assicurazione durante una scalata. Le piccozze sono considerate quindi strumenti coinvolti nella protezione individuale per attività pericolose, e per questo sono oggetto di norme di certificazione che ne 'certificano' la conformità all'uso. Come gran parte dell'attrezzatura da alpinismo (moschettoni, corde, imbraghi,..) le picche sono classificate come DPI (dispositivi di protezione individuale, in inglese la sigla è PPE) di terzo livello (il livello più alto, sottoposto a maggiori controlli), e sono soggette alle norme di certificazione individuate da appositi comitati tecnici in ottemperanza alla direttiva europea (Direttiva 89/686/CEE). La regolamentazione europea prevede varie norme, una per ogni tipologia di attrezzo da alpinismo; lo scopo delle norme di certificazione è quello di garantire all'utente finale che tutti gli attrezzi siano costruiti e controllati in modo tale da assicurare la resistenza/tenuta adatte all'utilizzo in sport come l'alpinismo, in ambienti difficli e sottoposti a carichi e stress notevoli. Gli attrezzi certificati e conformi riportano la scritta CE seguita da un numero che identifica l'ente/organismo che ha rilasciato il certificato di conformità, e in aggiunta (come marcatura sull'attrezzo o tra le note accompagnatorie) la scritta EN con il numero identificativo della norma specifica. Per le piccozze la norma CE di riferimento e' denominata EN 13089. Per l'attrezzatura da alpinismo è spesso in uso anche la regolamentazione/certificazione UIAA (regole decise dall'unione internazionale delle associazioni di alpinismo). La norma di riferimento per le piccozze è la UIAA 152. Oggi le norme CE e UIAA sono molto simili, per le piccozze la certificazione CE EN comporta quasi sempre anche la certificazione UIAA.


La norma EN13089 classifica le piccozze principalmente in base alle caratteristiche di resistenza di manico e becca, indicando con la lettera T gli attrezzi tecnici (dotati di maggiore resistenza) e con la lettera B (a volte indicata come N) gli attrezzi 'base' (dotati di resistenza inferiore).In alcuni casi viene indicata la categoria T come TIPO 2 e la categoria B come TIPO 1.

La norma EN13089 prevede che:

- la resistenza del manico venga misurata applicando un carico a metà della sua lunghezza, con la picca disposta orizzontalmente e sospesa mediante due appoggi distanti 25cm dal centro:
-- il manico certificato di tipo T deve resistere ad un carico di 3,5kN (ovvero 350daN, cioè circa 350kg)
-- il manico certificato di tipo B deve resistere ad un carico di 2,5kN (ovvero 250daN, cioè circa 250kg) :

- la becca viene sottoposta a controlli di resistenza e flessione e viene anch'essa classificata come tipo T (piu' resistente) e tipo B (meno resistente).

Una piccozza può essere dotata indifferentemente di manico e becca diversi, possiamo trovare picche con manico di tipo T e becca di tipo B, o entrambi di tipo T o B,.. Il termine T non indica comunque che la piccozza sia una piccozza tecnica, troviamo infatti molte picche con manico e becca di tipo T ma destinate ad uso classico (e ad esempio anche picche con becca di tipo B ma molto tecniche destinate ad ice-climbing e dry-tooling).
Generalmente la norma e la tipologia (B o T) di ogni piccozza vengono indicate o tramite marcatura direttamente sulla picca (sul manico e/o sulla becca), oppure nelle istruzioni allegate; spesso viene fornito il valore della resistenza del manico in base alla prova indicata dalla norma EN13089 (molte picche con manico di tipo T sopportano carichi fino a 400kg, quindi superiori al limite di 350kg indicato precedentemente).

Esistono anche piccozze che non sono certificate come EN13089 tipo B o T, ma ad esempio sono classificate come DPI di secondo livello, meno resistenti (e' il caso per esempio del modello GriveL X-Monster). Ovviamente è compito dell'utente scegliere l'attrezzo piu' idoneo all'utilizzo che desidera realizzare.

 

Ecco alcune immagini riassuntive dei test delle norme EN13089 e UIAA152, fornite dal sito ufficiale della UIAA:

piccozze en13089 uiaa152 piccozze en13089 uiaa152

 


 

 

La dragonne

Le piccozze possono essere dotate di un laccio per favorirne l'impugnatura, generalmente denominato 'dragonne' (o 'leash' in inglese).
Per le piccozze classiche il laccio serve a non perdere la picca: si tratta di un laccio generalmente attaccatto tramite un gancio scorrevole al manico della piccozza, il laccio va chiuso sul polso (la picca va impugnata in testa e/o sul manico per pendii piu' ripidi o manovre, il laccio serve solo per non perdere la picca e per poter eventualmente liberare momentaneamente la mano tenendo la picca appesa al laccio). Il laccio classico viene detto anche 'touring'.

Per le piccozze tecniche la dragonne ha una funzione piu' importante: facilita il movimento di braccio e polso (per picchiare la piccozza contro la parete di ghiaccio) e può consentire di scaricare parte del peso quando si è appesi; la dragonne tecnica va collegata da una parte alla testa della picca (al foro della lama) e dall'altra al polso, ed è solitamente dotata di regolazioni per ottimizzarne l'uso.
Nell'immagine seguente: a sinistra una dragonne classica, a destra una dragonne tecnica.

dragonne

Alcune piccozze sono vendute con la dragonne inclusa; per tutte è sempre possibile aggiungere tale accessorio in base alle necessità (controllare bene la compatibilità: le picche tecniche con manico curvo per esempio non possono montare dragonne classiche scorrevoli sul manico..).
Elenco di modelli di dragonne:

#listprod(26489,11244,11240,26488,29754,31710)

 

 

 

Accessori
Vari accessori possono essere applicati alle piccozze, ad esempio per migliorare l'impugnatura (accessori per appoggi aggiuntivi, paradita, grip, ..), o per realizzare longe per facilitare operazioni come 'appendersi' alle picche; altri accessori importanti servono a proteggere le parti taglienti (per il trasporto con lo zaino).
Ecco un elenco di accessori vari:

#listprod(26543,26549,26492,22895,26493,26486,26491,19349,15837,25315,29760,29763)

 

 

Manutenzione

Una piccozza non è eterna, può deteriorarsi con un uso intensivo e soprattutto con l’abuso. Perciò sarà meglio ispezionarla regolarmente soprattutto prima di una ascensione in cui si dovrà "dipendere" da questo attrezzo

- Non scaldare mai le parti in acciaio della piccozza per nessun motivo, il trattamento termico ne risulterebbe  danneggiato e con lui la resistenza e la durata della piccozza. Per affilare la becca utilizzare una lima manualmente, non utilizzare frese o mole rotanti.
- Non dimenticare una piccozza bagnata o sporca in un sacchetto di nylon o in una cantina umida; pulitela ed  asciugatela all'aria aperta prima di riporla.
 
Vita di una piccozza
E’ difficile da stimare in quanto le variabili in gioco sono molte. Ecco alcune regole di base:
• Per un uso saltuario: 4 ÷6 anni;
• Per un uso regolare durante tutto l’anno (vie difficili, con qualche cascata): 3÷4 anni;
• Per un uso professionale (spedizioni, vie nuove, cascate): 3÷4 stagioni

Attenzione
La pratica dell'alpinismo(progressione o arrampicata su ghiaccio, neve, roccia) necessita di un apprendimento e comporta dei rischi che possono portare alla morte o a gravi danni. Chiunque faccia uso di prodotti per alpinismo è comunque responsabile di possedere la conoscenza delle tecniche e delle misure precauzionali e si assume la responsabilità dei rischi legati a queste attività attribuibili ad un utilizzo non corretto del prodotto. I materiali non sono eterni, possono deteriorarsi con un uso intensivo e sopratutto con l’abuso. Prima di ogni utilizzo ispezionare il materiale da utilizzare senza esitare a sostituirlo.




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