Parliamo di salute intestinale

Sentiamo spesso parlare di integratori di fermenti lattici, probiotici e prebiotici utilizzati per sostenere la salute dell'intestino, ma cosa sono, a cosa servono e, soprattutto, quali sono le differenze tra queste sostanze?

 

Associate spesso a terapie antibiotiche o come supporto a disbiosi intestinali causate da virus o batteri patogeni stagionali, probiotici e prebiotici risultano utilissimi anche nel trattamento di patologie ben più gravi come la colite ulcerosa, il Morbo di Chron, la sindrome del colon irritabile e la celiachia, dove la terapia coadiuvante con probiotici é particolarmente importante.

 

In questa fascia di popolazione sofferente di disturbi gastrici cronici spesso si trovano anche i bodybuilders e gli sportivi in generale, che risultano più suscettibili a problematiche gastrointestinali, quali gonfiori, flatulenza e diarrea, specialmente nelle fasi di maggiore intensificazione della preparazione.

 

Come potete immaginare, queste problematiche possono essere deleterie per la performance sportiva e, spesso, disastrose per il culturista in gara. Tutelare la salute del tratto digerente e del sistema gastrointestinale generale è quindi essenziale per la salute dell'organismo e una buona qualità di vita.

 

Schema apparato digerente

Schema dell'apparato digerente.

 

Un po' di fisiologia

L'intestino, sterile alla nascita, viene colonizzato con il passare del tempo da una ricca e variegata popolazione di microorganismi, comunemente definita flora intestinale, o microbiota.

 

Il delicato ecosistema batterico formato da centinaia di specie che formano la flora intestinale si trova lungo tutto l’apparato digerente, dalla bocca fino all’ano, con una concentrazione maggiore nell’ultima parte dell’intestino (colon). Tale ecosistema non solo è diverso a seconda delle varie aree del tratto intestinale, ma si modifica in relazione a età, sesso e alcuni fattori ambientali che cambiano per ognuno di noi, come la dieta e lo stile di vita.

 

La flora batterica è composta per il 95% da batteri anaerobi (che possono vivere in assenza di ossigeno) e per il 5 % da batteri aerobi (che necessitano di ossigeno per vivere).

 

Distribuzione dei batteri lungo tutto l'apparato digerente

Stomaco

A livello dello stomaco, la crescita dei batteri è limitata per via di un ambiente particolarmente acido (pH basso).

 

Intestino tenue

La concentrazione dei microrganismi aumenta progressivamente nell'intestino tenue.

 

Colon

Nel colon vi è la maggior concentrazione dei batteri che costituiscono la flora intestinale.

 

A cosa serve la microflora intestinale

Le funzioni del microbiota possono essere riassunte in:

  • metabolica,
  • trofica,
  • protettiva,
  • immunologica (di grande importanza).

Analizziamo ciascuna di queste funzioni in dettaglio.

Funzione metabolica

Consiste in particolare nell’assorbimento di ioni (specialmente calcio, magnesio e ferro), nella sintesi di vitamine (acido folico, vitamina K, vitamine del gruppo B e altre) e nella fermentazione dei carboidrati (zuccheri).

Funzione trofica (nutritiva)

Un effetto importante è la produzione di acidi grassi a catena corta, perché assicurano il nutrimento (trofismo) e la fonte di energia delle cellule intestinali, favorendo l’attività fisiologica del colon.

Funzione immunologica

È una delle attività più importanti della flora batterica intestinale e consiste in un vero e proprio interscambio di informazioni tra i microrganismi e il sistema linfatico tissutale, cioè il sistema preposto ad attaccare quando intervengono batteri o sostanze nocive. A livello del sistema linfatico tissutale avviene infatti la produzione di sostanze e cellule che costituiscono la risposta immunitaria (difensiva) dell’organismo, che concorre al buono stato di salute generale.

Funzione protettiva

Una funzione molto importante, necessaria per difendere l’organismo da agenti patogeni già a livello del tratto gastrointestinale, ed è assicurata dalla saliva, dagli acidi gastrici, dalla peristalsi, dalle membrane delle cellule che ricoprono la superficie interna dell’intestino (epiteliali) e naturalmente dal microbiota.

 

La flora batterica gastrica costituisce, infatti, la prima linea di difesa dai batteri esterni (grazie al basso pH), mentre quella intestinale agisce mediante meccanismi di competizione con i patogeni per i siti di adesione epiteliali e per i nutrienti disponibili. Inoltre produce specifiche sostanze proteiche, come per esempio le batteriocine, che attaccano direttamente i batteri patogeni.

Alterazioni della flora batterica

L’alterazione della flora batterica è detta disbiosi, e accade quando i batteri salutari, i nostri "batteri buoni" (tra cui Lactobacillus Acidophilus e Biphidus) diminuiscono, mentre quelli nocivi (tra cui il Bacillus Coli) aumentano. Altre volte succede che alcuni tipi di batteri mutano divenendo a loro volta patogeni, causando la classica sintomatologia fastidiosa che va da gonfiore e alitosi, a dolori addominali, flatulenza fino alle scariche diarroiche.

 

Questa situazione rende impossibile la completa elaborazione dei materiali fecali, portando a un pessimo assorbimento dei nutrienti con fermentazioni anomale, in particolare dei carboidrati, e putrefazioni che, oltre a variare la temperatura intestinale, infiammano la mucosa, indebolendo il sistema immunitario e facilitando l'assalto di virus e batteri al nostro organismo.

 

La disbiosi è un'alterazione della flora batterica costituita da una diminuzione dei batteri buoni (tra cui Lactobacillus Acidophilus e Biphidus) e un aumenti dei batteri nocivi (tra cui il Bacillus Coli)

Cause delle alterazioni della flora batterica

La flora batterica intestinale può essere scompensata da:

  • uso di medicinali,
  • periodi di stress,
  • dieta poco equilibrata,
  • batteri patogeni.

Analizziamo queste cause in dettaglio:

Uso di medicinali

Durante o dopo le terapie a base di antibiotici è comune ritrovarsi con una flora batterica intestinale indebolita e impoverita. In questi casi è sempre opportuno, al termine della terapia antibiotica, assumere vari tra i migliori ceppi di probiotici così da supportare il microbiota ed evitare fenomeni diarroici e indebolimento immunitario, che potrebbe portare ad altri disturbi come candidosi e cistiti.

Stress

Lo stress, si sa, è deleterio. Chi somatizza molto "sulla pancia" conosce bene fenomeni come la colite, che trova terreno fertile quando siamo tesi e sotto pressione per qualsiasi ragione. Anche molte ricerche scientifiche hanno confermato il legame tra disturbi d'ansia e alterazioni della salute intestinale!

 

Tra le fonti di stress troviamo anche lo stress sportivo sul quale mi soffermerò mettendo a rilievo alcuni punti interessanti. É ben nota l'efficacia dei probiotici per lo sportivo nelle fasi di maggiore stress psicofisico della preparazione o nei mesi invernali, poiché l'esercizio intenso e prolungato è associato a un indebolimento del sistema immunitario, che aumenta per esempio la predisposizione alle infezioni del tratto respiratorio superiore. Non a caso, capitano spesso malanni che intralciano le ultime fasi della preparazione degli atleti.

 

A questo proposito cito uno studio interessante pubblicato nel 2011 su International Journal of Sport Nutrition and Exercise Metabolismemerge che sostiene che il consumo di integratori probiotici aiuta a ridurre del 36% l'incidenza delle URTI (UPPER respiratory tract infection) negli sportivi che hanno assunto il Lactobacillus Casei Shirota per quattro mesi di allenamento e attività fisiche di resistenza.

 

Si nota con frequenza che i bodybuilders, per via dell'allenamento intenso in presenza di regimi alimentari ipocalorici nella fase di pre-contest, ma anche i ciclisti, corridori e i triatleti professionisti sono spesso colpiti da problemi gastrointenstinali come per esempio dolori addominali di tipo colitico e diarrea.

 

Utilizzare probiotici è un ottimo modo per prevenire la sintomatologia e creare un ambiente immunitario difensivo adeguato, evitando fastidi e intralci nella preparazione e in gara.

Dieta squilibrata

Una dieta poco equilibrata non aiuta, anzi. Ci sono alimenti che possono favorire l'insorgenza di disturbi gastrointestinali irritando e infiammato la mucosa intestinale.

 

Se si abbonda in zuccheri raffinati e dolciumi, per esempio, ci troveremo ad avere processi fermentativi con elevata produzione di gas, tensione addominale (il famoso gonfiore) e una alterazione diretta della flora batterica che potrebbe favorire l'insorgenza di ulteriori disturbi, come la candidosi. Inoltre troppi zuccheri creano un ambiente molto acido che favorisce stati infiammatori locali. Non solo! Gli alcolici, ricchissimi di zuccheri, possono creare parecchi disturbi alla nostra pancia, così come una dieta povera di fibre o con troppe proteine animali, specie se quest'ultime sono elaborate/trattate, visto che creano un alto potenziale di fermentazione/putrefazione nell'intestino.

Batteri patogeni

Ultimo ma non ultimo, è opportuno integrare i probiotici prima e/o durante i viaggi in paesi esotici per via dell'esposizione a batteri patogeni di cui potremmo essere facile preda. Nessuno vorrebbe farsi rovinare la vacanza dalla celebre "diarrea del viaggiatore"!

Anatomia

Esofago

Stomaco

Intestino tenue

Intestino crasso

 

Probiotici e prebiotici: qual è la differenza?

Iniziamo col dire che entrambe le sostanze sono utili per la salute intestinale...in maniera diversa.

  • I prebiotici sono sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare la proliferazione e l'attività dei batteri “buoni” presenti nell’intestino e si trovano, oltre che in forma di integratore, già naturalmente nel cibo che mangiamo.

    I più conosciuti e studiati sono i frutto-oligosaccaridi (FOS) come l'inulina, ma anche altre sostanze, come i galatto- e gluco-oligosaccaridi (GOS) come il lattulosio e il lactilolo. La loro fermentazione crea condizioni favorevoli per la crescita dei Bifidobatteri, dei Lattobacilli e sfavorevoli per i micro-organismi patogeni. Queste sostanze facilitano, inoltre, l'assorbimento di acqua e di alcuni minerali come calcio, magnesio e zinco.

    prebiotici si sono dimostrati particolarmente utili nel ridurre la concentrazione plasmatica di colesterolo e di trigliceridi. In natura gli oligosaccaridi sono presenti in molte verdure, come cicoria, carciofi, cipolle, porri, aglio, asparagi, grano, banane, avena e soia.
  • I probiotici sono organismi "vivi", batteri che, se assunti e/o somministrati in quantità adeguata mentre sono ancora vitali, donano un supporto notevole alla salute dell'intero organismo. Moltissime persone chiamano i probiotici "fermenti lattici".

I 3 ceppi di probiotici

I probiotici si distinguono in tre famiglie principali, che a loro volta hanno diversi sottogruppi.

 

BifidobatteriLactobacilliLieviti
Bifidus longum
Bifidus bifidum
Bifidus adolescentis
Bifidus infantis
Lactobacillus Acidophilus
Lactobacillus Reuteri
Lactobacillus Rhamnosus
Lactobacillus Casei
Saccharomyces boulardii

 

1. Bifidobatteri

Sono batteri simbionti dell’intestino umano, cioè vivono normalmente in questo distretto. Tra questi abbiamo Bifidus Longum e Bifidus Bifidum che si trovano nell’intestino degli adulti; Bifidus Adolescentis e Bifidus Infantis, caratteristici di adolescenti e lattanti. Questi probiotici prevengono la colonizzazione dei batteri nocivi a livello del colon, proteggendo le mucose grazie alla capacità di produrre acidi e mantenere un corretto pH. Regolano la peristalsi e aiutano il transito intestinale e la produzione di vitamine, come le vitamine del gruppo B.

2. Lattobacilli

Sono un gruppo di batteri capaci di produrre acido lattico, sostanza che mantiene in salute l’apparato intestinale. Tengono inoltre lontani i batteri nocivi in quanto sono loro “rivali naturali” ovvero utilizzano le stesse sostanze dei batteri tossici entrando quindi in competizione con essi, sopraffacendoli. Tra questi troviamo Lactobacillus Acidophilus, Lactobacillus Reuteri, molto utilizzato per i bambini poiché ha un’azione efficace sui batteri che causano la carie e su quelli che causano le enterocoliti, Lactobacillus Rhamnosus, Lactobacillus Casei. Questo gruppo di batteri è più conosciuto con il nome di fermenti lattici e caratterizzano quasi tutti i numerosissimi integratori in commercio.

3. Lieviti

Tra i lieviti abbiamo Saccharomyces boulardii che protegge l’apparato intestinale e ripristina la microflora batterica. Produce vitamina B e acido lattico all’interno dell’intestino e tiene lontani i microorganismi nocivi. Spesso possono essere associati alle terapie antibiotiche.

Cosa succede se c'è squilibrio nella flora batterica

Abbiamo capito quanto i probiotici siano importanti non solo per la salute intestinale, ma anche per un corretto supporto alla flora batterica, che caratterizza, o meglio, condiziona in maniera positiva l'intera salute dell'organismo. Ma cosa succede se l'equilibrio della flora batterica viene compromesso?

 

Se non abbiamo un efficiente protezione, virus e batteri esterni possono subentrare, oppure può succedere che i batteri mutino creando innanzitutto una condizione infiammatoria della mucosa che, irritandosi, chiamerà acqua verso l'intestino (diarrea) oltre a favorire la permeazione dei patogeni. Quando questo accade, gli alimenti che introduciamo, in particolare i carboidrati e le proteine animali, saranno mal digeriti, creando fermentazione e scarso assorbimento dei nutrienti.

Come scegliere i migliori probiotici

Con tutti i prodotti che i media o il farmacista ci propongono, come facciamo a scegliere?

Allora, per acquistare il giusto integratore di probiotici, non c'é bisogno di una laurea in farmacia o in medicina. Dobbiamo tenere presente solo alcune buone norme:

  • I migliori probiotici sono quelli che contengono più ceppi contemporaneamente, cioè più specie di batteri tra quelli che abbiamo elencato. Assumere tanti ceppi diversi significa avere più funzioni esplicate. In questo modo, verranno reintegrati i batteri mancanti ed eliminati naturalmente quelli non idonei alla flora batterica autoctona.
  • Ci sono prodotti che necessitano di essere refrigerati, per cui conserviamoli come suggerito per non alterarne le caratteristiche vitali e, soprattutto (questo vale per tutti), non esponiamoli a fonti di calore e non assumiamoli insieme a bevande o cibi caldi.
  • Preferibilmente scegliamo quelli sotto forma di capsule (salvo altre particolari tecnologie di "veicolo"), cosicché il contenuto possa arrivare a destinazione nell'intestino senza essere intaccato dagli acidi dello stomaco. A questo proposito, potrebbe essere utile assumerli a stomaco vuoto, per farsi che il pH dello stomaco incida il meno possibile.
  • Ci sono prodotti che ne contengono da 1 miliardo di ceppi di cellule vive a 10 o persino di più. Bene, non sempre il discorso "di più é meglio" perché dipende da fattori come il tipo di ceppo e la quantità effettiva che arriva all'intestino. In linea di massima, il prodotto dovrebbe contenere almeno 10 miliardi di cellule vive che si dovranno assumere con una certa costanza (si consigliano circa 4 settimane o più) per far si che i ceppi batterici possano colonizzare la zona.

La flora batterica intestinale è un ecosistema variegato, delicato e complesso il cui equilibrio può essere compromesso da diversi fattori, tra cui gli stress psicofisici della vita quotidiana, l'alimentazione e l'assunzione di alcuni farmaci.

Quando la flora intestinale, o microbiota, non è equilibrata (disbiosi), non è in grado di svolgere appieno il proprio ruolo e ciò può avere diverse conseguenze anche serie per la nostra salute. Uno squilibrio della flora intestinale, infatti, non si limita a problemi gastrointestinali ma riguarda anche diverse patologie infiammatorie, autoimmuni, metaboliche, alcune forme di cancro, disturbi dell’umore e determinati malesseri neurologici. Non a caso l’intestino è chiamato anche “secondo cervello”!

Di conseguenza, sempre più spesso si consigliano integratori di fermenti lattici intendendo, erroneamente, prodotti che includano tutto il panorama di batteri e microrganismi benefici per la salute intestinale, comprendendo probiotici, prebiotici, simbiotici e raggruppandoli come fossero un’unica grande famiglia. Lasciate che vi dica sin da subito che non è così!

In questo articolo vedremo cosa sono esattamente i fermenti lattici, come differiscono dai probiotici e dai prebiotici e, soprattutto, qual è la loro funzione per la salute del nostro intestino, sistema immunitario e psiche.

Fermenti lattici e probiotici: non sono la stessa cosa!

Fermenti lattici

Il termine “fermenti lattici” è da sempre usato per identificare tutti i batteri che producono acido lattico a partire dalla fermentazione enzimatica di alcuni zuccheri solubili e del lattosio, microrganismi che vengono utilizzati per preservare il latte e lavorare i latticini come lo yogurt e i formaggi. Si tratta di batteri e lieviti di origine umana ad azione probiotica che, a patto che vi arrivino vivi e vegeti, danno beneficio all’intestino aiutando a mantenere l’equilibrio del microbiota.

Probiotici

Una volta definiti genericamente "fermenti lattici", i probiotici sono prodotti contenenti microrganismi vivi che vengono assunti con l’obiettivo di riequilibrare la flora batterica intestinale quando questa viene alterata da terapie antibiotiche, oppure dopo malattie che colpiscono l’intestino. Perché un prodotto possa chiamarsi probiotico deve rispondere a particolari requisiti di sicurezza, di essere in grado di persistere e moltiplicarsi nell’intestino umano e di conferire un beneficio fisiologico dimostrato secondo criteri fissati dalle autorità sanitarie.


I probiotici sono particolari tipi di batteri o lieviti presenti in natura già all’interno dell’intestino che vengono selezionati e riprodotti in colture. Sono definiti dalla FAO e dalla OMS come dei microrganismi vitali che, se consumati in adeguate quantità (più di almeno 109 UFC al giorno*) sono in grado di superare indenni la barriera acida dello stomaco e arrivare vivi nell’intestino.

Differenze fondamentali tra probiotici e fermenti lattici

I primi rimangono vivi all’interno dell’organismo mentre i secondi, in genere, non sopravvivono al passaggio gastrointestinale per via del pH acido dello stomaco. In parole povere: non sappiamo se e quanti fermenti lattici arrivano vivi nell’intestino visto che non corrispondo a criteri specifici d'individuazione. Ecco perché è errato definire i probiotici “fermenti lattici” e viceversa!
Entrando nel dettaglio, la comunità scientifica ha fissato diverse proprietà che un microrganismo deve avere per essere definito come ceppo probiotico:

 

• origine umana,
• sicurezza di utilizzo,
• resistenza ai processi tecnologici,
• tenuta all’acido gastrico e agli acidi biliari,
• adesione all’epitelio intestinale,
• capacità di persistere, anche se per brevi periodi, nel tratto gastrointestinale,
• produzione di sostanze antimicrobiche,
• modulazione della risposta immunitaria dell’ospite,
• influenza le attività metaboliche dell'ospite.

 

La differenza quindi è evidente. Da una parte abbiamo i fermenti lattici, con effetti non certi sull’organismo. Dall’altra i probiotici che, oltre a sapere per certo che arrivano a destinazione vivi, vengono depositati in banche dati registrate per cui sappiamo esattamente la specie, il ceppo e il dettaglio molecolare. Gli integratori di probiotici poi rispondono ai criteri di sicurezza, tecnologici, funzionali e fisiologici richiesti dall’OMS, necessari affinché un determinato prodotto sia chiamato probiotico e venduto come tale.

 

I probiotici sono tutti quei microrganismi di vari ceppi batterici o sotto forma di lieviti, che, se assunti in adeguate quantità, possono arrivare all'intestino, colonizzare, riequilibrare e ripristinare la normale flora intestinale. Possono sostituirsi ai batteri patogeni o bloccare la loro crescita attraverso una competizione per i nutrienti, così come sintetizzare sostanze ad azione antibatterica e stimolare la risposta immunitaria. Perché tutto questo possa avvenire è necessario che un certo numero di microrganismi vivi raggiunga la "location" e colonizzare l’intestino.

 

I probiotici perciò devono sopravvivere all’ambiente acido dello stomaco e all’effetto dei sali biliari nella prima parte dell’intestino. ll pH estremamente acido dello stomaco rende difficile la sopravvivenza e la crescita della maggior parte dei microorganismi nonostante alcuni, come per esempio il Bifidobacterium animalis subsp. lactis o il Lactococcus lactis subsp. lactis, presentano una buona tolleranza a valori bassi di pH, anche se gli antibiotici ne annullano comunque l’attività.

Il lievito Saccharomyces boluardii, invece, non viene neutralizzato dagli antibiotici ed è quindi un ottimo supporto durante (non solo dopo) la terapia antibiotica. Questa caratteristica di saper sopravvivere ad attacchi ambientali è fondamentale per far sì che i preziosi batteri arrivino e colonizzino l'area effettuando la loro azione benefica.

Scegliere i probiotici in 4 step

1. Parlare con uno specialista. Vista la grande diffusione e diversa tipologia di ceppi e prodotti sul mercato, la scelta di un probiotico rispetto a un altro può risultare piuttosto confusa. Ecco perché è importante una corretta e chiara informazione, magari affidandosi al consiglio di medici, farmacisti preparati, specialisti della salute che sappiano valutare ciò di cui avete realmente bisogno in merito alla vostra situazione e in base alle caratteristiche del probiotico.

 

2. Capire le esigenze del corpo. Possiamo trovarci in presenza d'infezioni virali, intolleranze alimentari, terapie antibiotiche, situazioni di stress psicofisico che hanno favorito coliti, oppure cistiti e candidosi, tutti fastidi derivanti da un’alterazione della flora batterica intestinale che necessita un aiuto per contrastare lo squilibrio causato da batteri patogeni e l'alterata permeabilità intestinale.

 

3. Trovare il prodotto giusto. Oltre a capire il quadro clinico in cui ci si trova, l’esperto professionista potrà consigliare anche il prodotto con la miscela di ceppi più indicati. In alcuni casi ad esempio i probiotici possono essere usati in associazione con specifici funghi che contrastano miceti patogeni come la candida. Il Saccaromyces Boulardii di cui abbiamo parlato è un esempio di lievito salutare per determinate situazioni (prevenzione e contrasto alla diarrea del viaggiatore o terapia antibiotica in corso). Utilizzare un prodotto "multiceppo" ad alta concentrazione è spesso una scelta opportuna, ma ci sono casi in cui è necessario agire più nello specifico. Per questo è importante confrontarsi con uno specialista!

 

4. Assumere i probiotici secondo indicazioni. I probiotici vanno assunti preferibilmente a stomaco vuoto così da passare indenni l’aggressione dei succhi gastrici dello stomaco e gli acidi biliari. In questo modo i probiotici arrivano fino al colon vivi e attivi, pronti per colonizzare e riportare l'equilibrio. In generale, in base alle specifiche necessità che portano all'uso d'integratori di probiotici (post terapia antibiotica, gastroenteriti ecc…), vanno assunti per almeno 3 o 4 settimane consecutive, con una quantità minima giornaliera di circa 1 miliardo di microrganismi per ceppo.

È utile comunque ricordare che, nonostante l’efficacia benefica di alcuni ceppi sia comprovata, non si tratta di sostanze miracolose e in nessun modo possono sostituire terapie farmacologiche prescritte da un medico in determinate situazioni. Quello che i probiotici possono fare è coadiuvare determinati fastidi e offrire un concerto supporto per mantenere il sistema immunitario in salute, gestire al meglio tantissime condizioni cliniche e sostenere del sistema immunitario.

 

Autore

Dott. Gabriele Trapani
Yamamoto Chief Research & Development

 

*N.B. con il termine UFC che troviamo su integratori o alimenti sono indicate le "unità formanti colonie", ovvero l'unità di misura dei batteri. Visto che i batteri sono molto numerosi, per contarli si usano le potenze del "10". Quindi 109 corrisponde a un miliardo e secondo la definizione FAO e OMS, solo se i batteri sono presenti nell’alimento/integratore in questa quantità minima sono in grado di arrivare fino all'intestino e colonizzarlo.