Il mirtillo; il piccolo arbusto tipico del sottobosco, appartenente alla famiglia delle Ericaceae, genere Vaccinium, del quale esistono centinaia di varietà, caratterizzate da frutti bacchiformi di differente grandezza e tonalità cromatica, rappresenta uno dei frutti più benefici per la salute dell’uomo: scopriamoli insieme..

La bassa percentuale di zuccheri li rende ideali durante regimi dietetici ipocalorici unitamente al contenuto lipidico quasi assente ed una discreta quantità di fibre.
Non mancano, inoltre, microelementi quali minerali (Na, K, Fe, Ca, P, Zn) e vitamine in particolare A e C ma anche B1, B2 e B3.
Ciò rende il mirtillo un rivitalizzante e tonico naturale in grado di sostenere numerose funzioni del nostro corpo.
Troviamo, inoltre, un’elevata quantità di sostanze biologicamente attive quali polifenoli, carotenoidi, acidi organici e terpeni, noti per le potenzialità benefiche su svariati aspetti della salute.
Questi composti, in composizione e percentuale differenti, formano specifici fitocomplessi nelle varie droghe (parti) della pianta e quindi, a seconda dell’effetto nutraceutico che si punta ad ottenere, si predilige l’uso di una specifica parte rispetto ad un’altra.
Sempre in ambito nutraceutico, i flavonoidi giustificano l’alto indice ORAC (capacità di contrasto dei radicali liberi e delle specie reattive dell’ossigeno di un alimento) di tutte le varietà di mirtillo.
Non a caso rappresentano uno dei capisaldi delle diete antiaging il cui obiettivo è quello di abbassare lo stato infiammatorio e rallentare i processi di degenerazione cellulare.



Dal forte potere antiossidante, sono utili per la salute di cuore, intestino e occhi.
Scopriamoli meglio..

Mirtillo nero

E' il più comune; caratterizzato da un intenso colore nero dovuto alla presenza di una specifica molecola, nota come mirtillina, derivante dalla delfinidina (un'antocianina abbondante nelle bacche colorate).
I frutti, all’apice della maturazione, presentano un sapore molto dolce e gradevole.
Il mirtillo nero è un ottimo alleato in casi di fragilità di capillari, vasi e problemi legati al microcircolo.

Le molecole presenti nel fitocomplesso, soprattutto, le antocianine sono in grado di inibire alcuni enzimi responsabili della degradazione del tessuto connettivo a sostegno dei vasi.


Esercita un'azione diretta sulle pareti, contrasta fenomeni di debolezza e permeabilità eccessiva, preservando tono ed elasticità vascolare

L'azione antiaggregante delle antocianine in sinergia con l’effetto antiossidante ed antiinfiammatorio gioca un ruolo fondamentale nel limitare fenomeni ossidativi a carico del colesterolo LDL evitando la formazione di placche a livello dell’endotelio.

Un’altra proprietà interessante del mirtillo nero riguarda l’azione ipoglicemizzante che lo rende un frutto particolarmente utile per persone che soffrono di squilibri a carico del metabolismo glucidico (insulino resistenza e diabete).
Questo effetto è attribuibile in maggior misura alla glucochinina, uno dei principi attivi contenuto nelle foglie.
Inoltre, pare esserci un’azione positiva sulla formazione degli AGEs; prodotti che si formano quando lo zucchero non è molto elevato riducendone i livelli e limitando i danni da accumulo.
Oltre agli effetti sulla glicemia, il mirtillo sembra apportare benefici anche per quanto riguarda l’equilibrio del colesterolo non solo prevenendo l’ossidazione ma riducendo la frazione LDL ed aumentando la frazione HDL.

Sapevi che..

Secondo la scala ORAC, una scala elaborata dal dipartimento dell’agricoltura degli USA per misurare il potere antiossidante degli alimenti, i mirtilli sono secondi solo all’uva nera quanto a proprietà antiossidanti?

L’alto contenuto di tannini dona, inoltre, al mirtillo una spiccata azione protettiva nei confronti delle pareti dello stomaco proteggendole da ulcere, gastriti, infiammazioni ed infezioni batteriche.

E il mirtillo rosso invece?

Viene dal Nord America ma le sue proprietà sono ormai conosciute anche in Europa. Scopriamo come usare queste bacche dall'azione antinfiammatoria e antiossidante!!!


Noto come Cranberry (mirtillo rosso americano, Vaccinium Macrocarpon) è il più diffuso e studiato sebbene esistano altre varianti meno conosciute differenti per grandezza, colorazione e distribuzione geografica.
Il colore rosso-arancione intenso è in questo caso dovuto non alla mirtillina bensì alle antocianine cianidina e peonidina.
Contrariamente al mirtillo nero, le bacche sono caratterizzate da un sapore più amarognolo dovuto all’alto contenuto di tannini.

Il cranberry è famoso soprattutto per le proprietà utili in caso di infezioni che interessano il tratto urinario (UTI) come la cistite dovuta ad Escherichia Coli.
Le proantocianidine presenti sono in grado di inibire l’adesione alle pareti vescicali ed uretrali da parte delle specie batteriche bloccando la colonizzazione.
Un’ulteriore molecola importantissima a tal scopo è l’arbutina, presente anche nell’uva ursina, la quale, oltre a contrastare l’adesione batterica, esercita un’azione disinfettante ed antimicrobica.

Sapevi che..

Consumare il mirtillo rosso è indicato per mantenere in ottima salute l’apparato visivo, soprattutto, la retina?


Luteina e zeaxantina, i carotenoidi più rappresentati, favoriscono la rigenerazione della rodopsina, il pigmento della retina fondamentale per la vista e l’adattamento in condizione di scarsa luce.

Si presta bene anche per trattare l’IBS (sindrome dell’intestino irritabile) sfiammando le pareti intestinali, ripristinando la corretta funzionalità e mobilità e risultando utile anche in situazioni di stitichezza o diarrea.
Non va, inoltre, dimenticata l’azione prebiotica sulla flora batterica, garantendo i substrati nutritivi per i ceppi che colonizzano il nostro tratto intestinale con tutti i benefici derivanti da un microbiota in salute.


Attualmente le terre coltivate a mirtillo rosso in tutto il mondo corrispondono a circa 215 chilometri quadrati, di cui circa 178 nei soli Stati Uniti, dove la sua coltivazione occupa un ruolo di tutto rispetto nell'economia nazionale

Non sono note situazioni in cui è controindicato consumare una porzione di mirtilli sebbene vada prestata particolare attenzione e sia necessario un consulto medico in caso di:

  1. Predisposizione a calcoli: essendo ricco di ossalati, il mirtillo potrebbe favorire l’insorgenza del disturbo
  2. Terapie anticoagulanti ed antiaggreganti: come descritto, una delle proprietà del mirtillo a livello vascolare riguarda l’inibizione dell’aggregazione piastrinica e di conseguenza potrebbe potenziare l’effetto di questa classe di farmaci
  3. Terapie antidiabetiche: soggetti particolarmente predisposti e sotto terapia farmacologica potrebbero incorrere in fenomeni di ipoglicemia marcata.

Conclusioni

Se la ricerca in ambito nutraceutico e clinico è così attiva un motivo ci sarà..
C’è un forte interesse nel conoscere a pieno i meccanismi alla base degli effetti benefici dei mirtilli sulla nostra salute.
E poi, diciamocelo, è un frutto davvero buono e allora perchè privarcene?

 

E voi consumate mirtilli quotidianamente?

sondaggio_si = non mancano mai

sondaggio_no = inizierò a farlo visti i benefici

 

Fonti

W. K. Chu, S. C. M. Cheung, and R. A. W. Lau, “Bilberry (vaccinium myrtillus L.),” in Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects: Second Edition, CRC Press, 2011, pp. 55–71.S.

Skrovankova, D. Sumczynski, J. Mlcek, T. Jurikova, and J. Sochor, “Bioactive compounds and antioxidant activity in different types of berries,” International Journal of Molecular Sciences, vol. 16, no. 10. MDPI AG, pp. 24673–24706, Oct. 16, 2015, doi: 10.3390/ijms161024673.

L. Chen, X. Zhang, Q. Wang, W. Li, and L. Liu, “Effect of Vaccinium Myrtillus Extract Supplement on Advanced Glycation End-products: A Pilot Study (P06-098-19),” Curr. Dev. Nutr., vol. 3, no. Supplement_1, Jun. 2019, doi: 10.1093/cdn/nzz031.p06-098-19.

M. N. Ştefănuţ et al., “Anti-hyperglycemic Effect of Bilberry, Blackberry and Mulberry Ultrasonic Extracts on Diabetic Rats,” Plant Foods Hum. Nutr., vol. 68, no. 4, pp. 378–384, 2013, doi: 10.1007/s11130-013-0380-y.

S. W. Chan and B. Tomlinson, “Effects of bilberry supplementation on metabolic and cardiovascular disease risk,” Molecules, vol. 25, no. 7. MDPI AG, 2020, doi: 10.3390/molecules25071653.

Y. Sidorova, V. Shipelin, V. Mazo, S. Zorin, N. Petrov, and A. Kochetkova, “Hypoglycemic and hypolipidemic effect of Vaccinium myrtillus L. leaf and Phaseolus vulgaris L. seed coat extracts in diabetic rats,” Nutrition, vol. 41, pp. 107–112, Sep. 2017, doi: 10.1016/j.nut.2017.04.010.

A. Cignarella, M. Nastasi, E. Cavalli, and L. Puglisi, “Novel lipid-lowering properties of Vaccinium myrtillus L. leaves, a traditional antidiabetic treatment, in several models of rat dyslipidaemia: A comparison with ciprofibrate,” Thromb. Res., vol. 84, no. 5, pp. 311–322, Dec. 1996, doi: 10.1016/S0049-3848(96)00195-8.

A. Rodriguez-Mateos et al., “Intake and time dependence of blueberry flavonoid-induced improvements in vascular function: A randomized, controlled, double-blind, crossover intervention study with mechanistic insights into biological activity,” Am. J. Clin. Nutr., vol. 98, no. 5, pp. 1179–1191, Nov. 2013, doi: 10.3945/ajcn.113.066639.

A. Rodriguez-Mateos et al., “Circulating Anthocyanin Metabolites Mediate Vascular Benefits of Blueberries: Insights from Randomized Controlled Trials, Metabolomics, and Nutrigenomics,” Journals Gerontol. -Ser. A Biol. Sci. Med. Sci., vol. 74, no. 7, pp. 967–976, Jun. 2019, doi: 10.1093/gerona/glz047.

D. Bharat et al., “Blueberry Metabolites Attenuate Lipotoxicity-Induced Endothelial Dysfunction,” Mol. Nutr. Food Res., vol. 62, no. 2, Jan. 2018, doi: 10.1002/mnfr.201700601.

E. Wood, S. Hein, C. Heiss, C. Williams, and A. Rodriguez-Mateos, “Blueberries and cardiovascular disease prevention,” Food and Function, vol. 10, no. 12. Royal Society of Chemistry, pp. 7621–7633, Dec.01, 2019, doi: 10.1039/c9fo02291k.

B. R. Cutler, C. Petersen, and P. V. Anandh Babu, “Mechanistic insights into the vascular effects of blueberries: Evidence from recent studies,” Molecular Nutrition and Food Research, vol. 61, no. 6. Wiley-VCH Verlag, Jun. 01, 2017, doi: 10.1002/mnfr.201600271.

C. C. Neto and J. A. Vinson, “Cranberry,” in Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects:
Second Edition, CRC Press, 2011, pp. 107–130.

S. Zhao, H. Liu, and L. Gu, “American cranberries and health benefits -an evolving story of 25 years,” J. Sci. Food Agric., 2018, doi: 10.1002/jsfa.8882.

J. B. Blumberg et al., “Cranberries and their bioactive constituents in human health,” Advances in Nutrition, vol. 4, no. 6. American Society for Nutrition, pp. 618–632, 2013, doi: 10.3945/an.113.004473.

K. M. Weh, J. Clarke, and L. A. Kresty, “Cranberries and cancer: An update of preclinical studies evaluating the cancer inhibitory potential of cranberry and cranberry derived constituents,” Antioxidants, vol. 5, no. 3. MDPI AG, Sep. 01, 2016, doi: 10.3390/antiox5030027.