Origini del bergamotto

Bergamotto è il nome comune di una pianta chiamata Citrus Bergamia Risso con delle origini  poco chiare: non vi è accordo preciso tra i botanici se il bergamotto sia una specie a sè stante o una derivazione dell'arancio amaro. Alcuni sostengono che sia stato importato dalle isole canarie da Cristoforo Colombo altri per dalla Cina o dalla Grecia ma anche dalla Spagna. È anche probabile che questo "oro verde" sia autoctono della Calabria, perchè già dal nel XIV secolo si parla di un limon pusillus calaber da cui avrebbe avuto origine il bergamotto.

 

Sta di fatto che esso viene coltivato in via esclusiva in una parte dell'Italia ovvero provincia di Reggio Calabria che va da Villa San Giovanni a Monasterace dove ha trovato il suo habitat favorevole, tant'è che in questa zona si produce il 90 % della produzione mondiale. Il frutto, della stessa dimensione di un’arancia, ha la buccia di colore giallo e si raccoglie da novembre a marzo. L’olio essenziale, estratto dalla buccia, viene utilizzato sia per addolcire molte varietà di infusi, ed è ben noto nell'industria cosmetica sia per produrre profumi, sia nella farmacopea per le sue proprietà disinfettanti. Il bergamotto poi ha trovato il suo spazio, oltre che nella cucina, successivamente gli alimenti definiti "funzionali", ossia quei cibi che possono vantare diretti effetti benefici per la salute (in rapida diffusione ultimamente) in quanto ben noto ormai che sia frutto ricco di sostanze utili per il benessere e la prevenzione da certe problematiche, in particolare grazie alla possibilità che offre di tenere sotto controllo e ridurre i livelli di colesterolo cattivo LDL.

Proprietà e benfici del bergamotto

Grande impatto a confermare tutto ciò, sono stati gli scienziati italiani dell’Università Magna Grecia di Catanzaro che hanno condotto uno studio in cui si sottolinea come un gruppo di enzimi noti con la sigla "HMGF" (idrossi flavononi glutaril metile) possono contrastare l’azione dannosa di alcune proteine ritenute essere causa di malattie cardiache. I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati dello studio sul "Journal of Functional Foods", hanno evidenziato come il prezioso agrume possa avere effetti simili a quelli delle statine nel controllare il colesterolo LDL, senza tuttavia gli effetti collaterali dei noti farmaci. I test condotti per confrontare gli effetti delle statine e degli enzimi HMGF sul colesterolo in generale hanno mostrato che il bergamotto ha funzionato altrettanto bene. Non solo gli enzimi dell’agrume hanno ridotto i livelli di colesterolo LDL, ma hanno aumentato quelli del colesterolo "buono" o HDL.

 

«Il colesterolo alto – scrivono gli scienziati – è un problema di salute comune per tutti noi, e spesso le statine sono prescritte per contribuire a trattare la condizione. L’estratto di bergamotto riduce il colesterolo totale e livelli di LDL, ma ha mostrato di aumentare i livelli di HDL».

«Pertanto – aggiungono gli scienziati – un supplemento giornaliero di estratto del frutto bergamotto potrebbe essere molto efficace per il trattamento del colesterolo alto».
Il bergamotto vanta una fama popolare assai viva, da sempre utilizzato sia in cosmesi e profumeria che in cucina come ingrediente di liquori, elisir, marmellate, canditi e dolciumi in genere, possiamo definirla una delle tante "eccellenze" che il territorio italiano ci offre, o come pure rimedio della tradizione popolare per tanti disturbi, ora lo vede ulteriormente "promosso" dalla scienza come alimento benefico per la salute cardiovascolare.

 

In merito delle proprietà benefiche del bergamotto si è parlato al 78° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (SIC) svoltosi a Roma, dove è stato fatto un ulteriore approfondimento e presentazione del bergamotto, che grazie ai suoi potenti flavonoidi riduce i livelli di colesterolo nel sangue, particolarmente consigliato dai medici. Importanti e significative le affermazioni che sono emerse dal Congresso dai cardiologi rappresentanti:

 

Il succo del bergamotto presenta una elevata concentrazione di bioflavonoidi – ha spiegato il prof. Vincenzo Montemurro, membro del Consiglio direttivo del SICe dal suo succo sono stati estratte strutture analoghe alle statine, i farmaci inibitori del colesterolo. Dunque consigliamo a chi soffre di ipercolesterolemia di bere quotidianamente una spremuta di bergamotto, eventualmente mescolata con una spremuta di arancia che ne mitiga l’asprezza”.


I flavonoidi possiedono proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e vasoprotettive.


Ma nessun agrume ne ha una concentrazione così ricca – ha sottolineato ancora Montemurro – per cui il consumo di bergamotto è consigliato anche a diabetici, obesi, ipertesi, a chi soffre di epatopatie, a fumatori. Si tratta di un ‘farmaco naturale’ ben conosciuto come salva-cuore”.

Il bergamotto è una pianta endemica della Calabria molto utilizzata nell’industria dei profumi, recentemente riscoperta come frutto di consumo. Artefice del rilancio di queso prezioso agrume è un’azienda di Cesena, "Citrus", che da anni commercializza nei supermercati un retino di bergamotti e che ha appena lanciato una confezione premium accompagnata da una ricetta dello chef Davide Oldani.

 

“Il 90% della produzione va all’industria cosmetica – ha chiarito Ezio Pizzi, Presidente del Consorzio del Bergamottoe il 10% in frutterie, ma la crescita dei consumi cresce a livelli esponenziali ogni anno. Oggi vengono commercializzati 20 mila quintali annui di frutto fresco per un valore di circa 3 milioni di euro. Oltre che gustato come frutto, viene consumato anche per spremute, infusi, o come aromatizzante o in marinatura in gastronomia. Ricordiamo anche che si tratta di una DOP a filiera controllata O.P. riconosciuta dal Ministero dell’Agricoltura”.